Da un Roberto all’ altro.

Ieri sera si è conclusa la serie di spettacoli condotta da Fiorello, all’ insegna di due Roberto (senza voler nulla togliere a Jovanotti).
Tutti stamattina parlano di Roberto Benigni , e a ragione, ma la sua genialità è talmente riconosciuta da tutti che non sarò certo io, parlandone, ad aggiungere qualcosa di nuovo. Vorrei invece soffermamrmi su Roberto Bolle.

Vederlo danzare è come veder impersonata l’ ARMONIA : armonia e perfezione delle forme fisiche, armonia dei gesti, armonia globale di un umano che pare volare, come se avesse carpito agli uccelli il segreto della loro leggerezza: i suoi salti e i suoi volteggi sembrano vincere la forza di gravità e lui sembra librarsi nell’ aria come sospeso a fili invisibili che ne rallentino il ritorno al suolo.
Mi piace l’ idea che Bolle porti nel mondo il nome del nostro Paese: la sua è un’ immagine di grande genialità unita a costanza, capacità di sacrificio e umiltà nel sottoporsi a continui allenamenti.
Chi lo ammirerà prossimamente nei maggiori teatri del mondo non potrà non pensare che l’ Italia non è solo un paese arrivato sull’ orlo del baratro per troppa cialtroneria, ma dovrà richiamare alla mente il grande contributo di genio e di sensibilità che il nostro Paese ha dato alla cultura mondiale.