Spazio aperto: mia cugina Lia racconta….

Ho chiesto a mia cugina Lia di regalarmi il ricordo di ciò che il suo papà, Enzo,  fratello minore di mio padre, raccontava quando riandava con la mente alla sua infanzia e ai suoi anni giovanili e di  raccontare quanto lei stessa ricorda della nostra famiglia. Ed ecco quanto molto gentilmente lei mi ha scritto:
Cara Diana, temo che anche i miei ricordi sull’infanzia di mio padre siano molto frammentari e, soprattutto, riguardano lui solo e non la sua famiglia. Avrei dovuto scrivere quello che raccontava. So del suo desiderio di avere zoccoli di legno ( immagino come quelli del film “l’albero degli zoccoli” di Olmi )e che fu una grande gioia quando li ebbe, così poteva scivolare sul ghiaccio, andando a scuola a piedi, anche d’inverno, dalla casa del “Cantonazzo” (contrada assai distante dal paese).
So che quando facevano qualche festa in casa, mettevano una spessa asse di legno sul pozzo, che era interno alla casa, e lì si accomodavano i “suonatori”…
Poi mi raccontava che, “quand me fradel Bruno l’era ande’ a tor l’ impero, me’ a gheva da tgnir al negozi di bicicleti da per me, ca gheva quatordes an !!”( Si capisce la trascrizione del dialetto?)
Pensa, diceva che Bruno era andato a “prendere” l’ impero, la stessa espressione che ho trovato nel libro di Pennacchi “Canale Mussolini”, perché Mussolini diceva che l’impero sulle terre d’Africa era nostro di diritto , ereditato dai Romani , per cui noi dovevamo andare a riprendercelo!
Quando era militare, costruiva le radio a galena per i suoi superiori, meritandosi così qualche licenza extra, per poter reperire il materiale. Ma qui siamo già avanti nel tempo, verso il 1938, quando mio padre parti’ per fare il militare e non ne tornò che dopo 7 anni, alla fine della guerra.
 C’è un episodio di quel periodo che mio padre raccontava con commozione: doveva imbarcarsi su una nave in partenza per l’ Africa, ma non partì da Napoli,  perché il suo colonnello, a cui faceva da autista e che gli voleva bene, lo rimandò indietro perché lui( mio padre) aveva famiglia.
Pensa, la nave fu affondata !  Dopo l’8 settembre ci fu il lungo ritorno a casa : da Postumia in Emilia a piedi.
Per la nonna Carolina … Be’, io ero la sua nipote preferita e mi difendeva sempre a spada tratta, anche contro i miei. Le sono rimasta affezionata e la ricordo spesso, non ostante fosse brontolona e musona. Poveretta, la vita non era stata buona neanche con lei e forse non era riuscita a superare i torti subiti.  Mah! Pace all’anima sua. Adesso è col ” pover Visens, c’ l’era tanto bel visti’ da carabinier!”.
Grazie infinite, Lia! Il tuo bellissimo racconto viene ad aggiungere qualche tassello alla storia delle nostre famiglie ….io la lascio qui a disposizione dei nostri nipoti…se un giorno vorranno conoscere qualcosa in più circa le loro radici…