Ute: – L’Adelchi – La Resistenza

ADELCHI – Dopo un breve cenno alla formazione culturale di Manzoni e al contesto storico in cui è vissuto, il prof. Galli ci ricorda che la tragedia dell’Adelchi è stata scritta nel 1822, cioè subito dopo i primi moti carbonari finiti con la morte o l’imprigionamento dei patrioti e vuole essere quindi un modo per parlare a coloro che sperano nell’aiuto straniero per liberare l’Italia dal dominio austriaco.

La vicenda dell’Adelchi si svolge nell’ottavo secolo, durante la guerra tra Franchi e Longobardi. Adelchi è il figlio di Desiderio, re dei Longobardi, e fratello di Ermengarda che, data in sposa a Carlo Magno e poi ripudiata, muore di dolore. Desiderio viene sconfitto e fatto prigioniero, Adelchi ferito gravemente prima di morire consola il padre: non avrà più il potere di infliggere sofferenze ai suoi simili.

Di questa tragedia, vengono sempre ricordati, a ragione, i due cori: “Sparsa le trecce morbide …” che commenta la vicenda umana e la morte di Ermengarda (figlia di oppressori e diventata vittima di oppressione) e “Dagli atri muscosi, dai fori cadenti…” che ammonisce i patrioti italiani: ogni popolo deve conquistare da sè la propria libertà.

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Il prof. Cossi quest’anno ci invita a riflettere sull’origine della Resistenza, da molti considerata un secondo Risorgimento. A tal fine non si può prescindere dal ricordare il contesto in cui tale movimento popolare è nato, perciò il nostro docente ricorda la situazione italiana alla fine della Prima Guerra Mondiale: la delusione dei reduci, gli scioperi che spaventavano gli imprenditori, la fondazione da parte di Benito Mussolini  dei Fasci Italiani di Combattimento.

Poi velocemente ci vengono ricordate le tappe più significative di quel triste ventennio: 1921 nasce il Partito Fascista, 1922 la marcia su Roma e la nomina di Mussolini a primo ministro, che governa fino al 1924 con una coalizione e con la legittimazione dello squadrismo. Nel 1924 si ha la svolta decisa verso il totalitarismo con l’uccisione di Matteotti, di cui Mussolini si assume ogni responsabilità. Nel 1925 vengono aboliti tutti i partiti tranne il Partito Fascista.  La guerra di Etiopia (1935/36) viene punita da Francia e Inghilterra con le sanzioni e questo spinge Mussolini verso l’alleanza con Hitler con conseguenti leggi razziali. La guerra del 1940 segna l’inizio della fine di Mussolini, che verrà destituito e arrestato dopo il Consiglio del 25 luglio 1943.

Alcuni storici parlano del Fascismo in Italia come di un totalitarismo imperfetto dato che formalmente il re continuava ad essere il capo dello Stato (ma era completamente sottomesso a Mussolini, infatti controfirmava ogni suo atto) e la presenza della Chiesa che inizialmente non era troppo ostile a Mussolini (poi le fu tolta l’educazione giovanile e le cose cambiarono).

La lettura di alcuni documenti dell’epoca hanno ben evidenziato il carattere violento, illiberale e razzista del Fascismo e nessuno può cercare di alterare la verità storica.

Grazie prof. Cossi!