Ute: Le fiabe sono sogni dell’inconscio collettivo (B. Tatafiore – sintesi di Angela D’Albis)

La professoressa Tatafiore ci ha proposto un viaggio tra le fiabe e la psicoanalisi junghiana.

Secondo Jung, noto psicanalista discepolo di Freud, le fiabe ci ripropongono in una forma schematica, rappresentativa, la dimensione profonda e inconscia della nostra psiche, comune agli uomini di tutte le epoche e culture.

La nostra psiche è popolata da tante forze che agiscono e lottano tra di loro. Quali sono queste forze?

Jung individua l’”anima”, che è la dimensione femminile che si trova anche nei maschi, e l’”animus”, la dimensione maschile che si trova anche nelle femmine.

barbabluRaccontandoci la fiaba di “Barbablù”, la professoressa ci spiega che tutti i personaggi della fiaba rappresentano le forze che si trovano nella nostra psiche e che fanno la storia di ognuno di noi.

La nostra psiche è sempre in crescita, in evoluzione e desidera sempre realizzare sè stessa (la ragazza della fiaba).

La forza distruttiva o predatore naturale, (Barbablù) interviene inibendoci, impedendoci di essere noi stessi, di crescere.

Noi, però, chiamiamo a raccolta tutte le forze che abbiamo in noi per combattere il predatore naturale che vuole distruggerci.

Intervengono le voci interiori positive (le due sorelle) che ci spingono ad aprire la stanza dove c’è la vita creativa che dobbiamo ancora esprimere. Esse rappresentano la consapevolezza e la saggezza.

In quella stanza ci sono gli scheletri che rappresentano le forze indistruttibili del nostro potere e le ossa che rappresentano l’”anima”

Chiediamo aiuto, infine, all’energia maschile, l’”animus”, (i fratelli) che ci aiuta a realizzare quello che dobbiamo fare. Questa forza fa a pezzi il predatore naturale (Barbablù), ma questa non è la fine perché da qui si rinasce (archetipo del “mangiatore di peccati”).

Il predatore naturale, così, da negativo diventa lo spirito del cambiamento, la forza che ci spinge sempre a non rimanere impotenti ma ad agire.

Spesso il predatore naturale si nasconde nei nostri sogni come “l’uomo nero” del quale non dobbiamo avere paura perché è uno stimolo per continuare a lottare.