UTE: Liuteria – Come nasce un violino.

Oggi abbiamo assistito ad una lezione davvero insolita, che ci ha dato un assaggio di un’arte antica: la liuteria.

Il maestro violinista di fama internazionale, Matteo Fedeli, con il suocero Udino Lazzarin, maestro liutaio, ci ha mostrato come si riesca ad ottenere un violino pregiato partendo da qualche assicella di acero dei Balcani e di abete della Val di Fiemme.

Per introdurci in questo mondo affascinante, prima di tutto il maestro Fedeli, accompagnato da un valente pianista (di cui mi è sfuggito il nome) ci ha fatto sentire la voce del violino nell’esecuzione di un brano (La Sicilienne) scritto nel ‘700 da una musicista divenuta cieca a 16 anni, che si dedicò poi al canto e alla composizione.

Per ottenere le due parti, superiore e inferiore,  del violino è necessario un lavoro di scolpitura del legno, fatto a mano, utilizzando vari tipi di sgorbie; partendo da assicelle di 2,5 cm di spessore si deve arrivare a uno spessore di 2,4mm. Solo il manico può essere fatto con l’uso di seghe idonee e viene poi rifinito a mano. E’ il riccio che identifica il liutaio che lo ha scolpito. Di particolare importanza è la parte interna del violino che va sagomata con particolare accuratezza inserendo poi un listello chiamato “catena” e un legnetto verticale chiamato “anima”: sono questi due elementi che trasmettono la vibrazione a tutto il violino producendo il suono meraviglioso che conosciamo e che fuoriesce dalle due aperture a forma di “S” sulla parte superiore (tavola). La tastiera è sempre fatta di ebano per resistere a lungo alla pressione del violinista sulle corde ed è soggetta ad usura.

Si passa poi alla sagomatura a caldo delle fasce laterali e al montaggio delle parti, per poi proseguire il lavoro con la verniciatura, operazione che richiede tempi lunghi: occorrono fino a 25 mani di una vernice che ogni liutaio  produce da sé: essa deve essere tale da costituire uno strato morbido ed elastico .

L’archetto viene ricavato da un rametto di pernambuco a cui si fissano 130 crini di cavallo della Mongolia. Ogni musicista ha un archetto adatto alle proprie caratteristiche.

Completano lo strumento la mentoniera e la spalliera che aiutano il violinista a suonare senza dover assumere posizioni dannose alla colonna vertebrale e, nel caso della mentoniera, evitano danni allo strumento.

Un violino fatto in questo modo può valere  5.000 euro; se poi si parla di violini antichi, il valore sale vertiginosamente.

La lezione è stata intervallata da diversi brani musicali eseguiti con la solita maestria  e i presenti hanno sottolineato ogni esecuzione con calorosissimi applausi.

Alla fine ci sono state poi molte domande da parte dei nostri soci, che hanno particolarmente gradito questa lezione.