Una sera a teatro: Tre donne in cerca di guai.

Ieri sera al teatro “Fumagalli” di Cantù è andata in scena la commedia “3 donne in cerca di guai” interpretata da Iva Zanicchi, Barbara Bouchet e Corinne Clery.

La trama è presto detta:  tre donne non più giovani si trovano a vivere insieme per vincere la loro solitudine.Ci sono anche due giovanotti che vivono accanto a loro e che danno lo spunto per situazioni comiche, ma di una comicità piuttosto facile, direi, una comicità che ricorre a qualche parolaccia e a qualche situazione grottesca.

Le tre interpreti non hanno demeritato, anche se a volte sono state un po’ eccessive.

Lo spettacolo ha l’ unico merito di far passare due ore spensierate, ma a me non è piaciuto come sono stati delineati i tre personaggi femminili, il cui unico interesse parrebbe essere la ricerca di un uomo , meglio se giovane , bello e aitante.  Mi son piaciuti di più i due personaggi maschili, anche se pare che oggi sia dilagante negli spettacoli cinematografici e teatrali il tema dell’ omosessualità, che si vorrebbe far passare come rapporto d’ amore privilegiato, superiore a ogni altro tipo di amore…e questo ( con tutto il rispetto che si deve alle scelte di ognuno) non mi pare una tesi condivisibile.

 

UTE: digiuno e sostenibilità.

Attingendo dal “De Elia” di Sant’ Ambrogio, Don Ivano Colombo ci ha parlato del digiuno come pratica  di penitenza e purificazione comune a molte religioni e , nel contempo, ci ha fatto scoprire come nella Milano di quei tempi si praticasse il vizio della gola. Nelle case dei ricchi la preparazione dei banchetti metteva in subbuglio tutta la servitù alla ricerca dei cibi e dei vini migliori e meraviglia il fatto che si parli di pesce di mare: come poteva arrivare fino a Milano?

Sant’ Ambrogio intendeva, col suo elogio del digiuno, invitare i suoi concittadini alla temperanza e alla sobrietà, invito che possiamo ritenere valido anche per la nostra società odierna.

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Fisica :  La Fisica della complessità genera la sostenibilità nelle relazioni con l’ ambiente.

Il prof . Damiani prende spunto  da questo apologo:

Nel marciapiede c’è una profonda buca. Ci cado dentro. Mi sento perduta… impotente. Non è colpa mia. Per trovare il modo di uscire mi ci vuole tantissimo tempo.

Sto camminando per la medesima strada. Nel marciapiede c¹è una profonda buca. Faccio finta di non vederla. Ci cado dentro di nuovo. Non posso credere di trovarmi ancora nella medesima situazione. Ma non è colpa mia. Per trovare il modo di uscire mi ci vuole ancora molto tempo.

Sto camminando per la medesima strada. Nel marciapiede c’è una profonda buca. Mi accorgo che c’è. Ci cado dentro… è un’abitudine. Ma ora ho gli occhi aperti. So dove sono. E’ colpa mia. Esco subito..

Sto camminando per la medesima strada. Nel marciapiede c’è una profonda buca. Ci giro intorno.Scelgo un’altra strada.

L’ imperativo da seguire è: cambiare le nostre abitudini. Le risorse comuni sono soggette a scarsità ( vedi La tragedia dei beni comuni), visto l’ aumento della popolazione mondiale e quindi i nostri comportamenti devono essere coerenti con la sostenibilità del sistema in cui viviamo.

L’ umanità possiede le risorse necessarie per produrre uno sviluppo sostenibile: soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle prossime generazioni di soddisfare i propri.