Dai giornali locali…

Oggi due notizie spiccano sui giornali locali:
* Renzi , accoglienza trionfale in città;
* Como resterà capoluogo anche dopo il riordino delle province che la vedrà unita a Lecco e Varese.

Mi pare strano che un città come Como si riscopra all’ improvviso di sinistra (anche se oggi è effettivamente governata da una giunta di sinistra): non sarà forse che Renzi sembra più di destra? non sarà che voglia ripetere le mosse di Di Pietro, che , nato nel PD, se ne è poi staccato per fare un suo partito?

Curioso poi l’ andamento a fisarmonica delle province: è da pochi anni che la provincia di Lecco è stata scorporata da quella di Como e che abbiamo visto cambiare le cartine geografiche sui fascicoli di “Tuttocittà” e ora tutto viene cancellato.
Mi sembrano due notizie che , anche se in modo diverso, testimoniano le convulsioni e la confusione del momento che stiamo vivendo ….il mondo sta cambiando velocemente e non è sempre facile capire quale direzione prendere….

Laura c’è !!!!

Laura c'è …alle primarie.

Laura Puppato è riuscita a presentare tutte le firme richieste dal PD per potersi candidare, perciò chi intende votare alle primarie, potrà indicare anche il suo nome. Cliccando sul link qui sopra si può leggere una bella lettera di Francesca Comencini inviata al movimento di “se non ora quando”, lettera che ogni donna può sottoscrivere.
Non era facile arrivare a superare tutti gli ostacoli che le nuove regole avevano innalzato sul cammino degli aspiranti alla candidatura e ci voleva coraggio a buttarsi nella mischia senza avere alle spalle un grosso apparato, ma la Puppato ha accettato il rischio e la sua determinazione è stata premiata.

Ugualmente l’ eventualità che possa vincere le primarie è oltremodo remota, ma il fatto che ci sia una donna in lizza mi pare renda giustizia all’ impegno di tante donne che si prodigano,non solo in famiglia ma anche nelle istituzioni, per mandare avanti questo paese malconcio.

Le foglie cadono, cadono…

Il mese di ottobre sta per finire e sotto gli alberi si accumulano le foglie che hanno finito il loro ciclo vitale. Niente di più appropriato, a mio avviso, che dedicare a loro e al mese che sta per salutarci le parole della più bella canzone che sia mai stata scritta..

Les Feuilles mortes

Oh, je voudrais tant que tu te souviennes,
Des jours heureux quand nous étions amis,
Dans ce temps là, la vie était plus belle,
Et le soleil plus brûlant qu’aujourd’hui.
Les feuilles mortes se ramassent à la pelle,
Tu vois je n’ai pas oublié.
Les feuilles mortes se ramassent à la pelle,
Les souvenirs et les regrets aussi,
Et le vent du nord les emporte,
Dans la nuit froide de l’oubli.
Tu vois, je n’ai pas oublié,
La chanson que tu me chantais…
C’est une chanson, qui nous ressemble,
Toi qui m’aimais, moi qui t’aimais.
Nous vivions, tous les deux ensemble,
Toi qui m’aimais, moi qui t’aimais.
Et la vie sépare ceux qui s’aiment,
Tout doucement, sans faire de bruit.
Et la mer efface sur le sable,
Les pas des amants désunis.
Nous vivions, tous les deux ensemble,
Toi qui m’aimais, moi qui t’aimais.
Et la vie sépare ceux qui s’aiment,
Tout doucement, sans faire de bruit.
Et la mer efface sur le sable
Les pas des amants désunis…

Se poi aggiungiamo la musica e la voce stupenda di un Yves Montand in splendida forma, credo che non si possa chiedere di più…
Tu vedi non ho dimenticato …

Traduco brevemente: Vorrei tanto che tu ricordassi quei giorni in cui eravamo amici. A quel tempo la vita era più bella e il sole più cocente di oggi.Le foglie morte si raccolgono a mucchi, vedi non ho dimenticato . Le foglie morte si raccolgono a mucchi come i ricordi e i rimpianti. E il vento del nord li porta nella notte fredda dell’ oblio. Tu vedi non ho dimenticato la canzone che tu mi cantavi. E’ una canzone che ci rassomiglia: Io ti amavo e tu mi amavi Ma la vita separa quelli che si amano, molto dolcemente senza far rumore. E il mare cancella sulla sabbia i passi degli amanti divisi.

La mia traduzione non riesce certo a rendere l’ atmosfera e la dolcezza malinconica del testo originale, opera del poeta Prévert.

Tre donne in libera uscita.

Ieri sera sono uscita a mangiare la pizza con due ex colleghe; loro sono un po’ più giovani di me, ma altrettanto non avvezze a uscite serali senza mariti al seguito.

Abbiamo passato più di tre ore in quel ristorante a parlare, parlare, lamentarci (qualche volta) , ridere (molto spesso). Intorno a noi non c’ era più nessuno e noi continuavamo a parlare mentre le cameriere sistemavano i tavoli per il giorno dopo e ci lanciavano ogni tanto sguardi piuttosto eloquenti, ma noi sembravamo tre scolare che avessero bigiato la scuola.

A un certo punto c’ è stato un accenno di abbassamento delle luci e abbiamo capito che era proprio l’ ora di levare le tende, così ci siamo congedate con la promessa di ripetere a breve l’ esperimento , visto il successo del primo tentativo.

Tentativi di riorganizzazione….

Nel tentativo di riorganizzare la mia esistenza e di riempirla di un qualche senso, mi sto guardando attorno per trovare occasioni di impegno sociale ed ecco che appena ho messo il naso fuori dalla porta (metaforicamente) mi son piombate addosso tante possibilità di impiegare il mio tempo in tanti modi diversi , tutti molto stimolanti.

All’ UTE (Università Terza Età) deve essersi sparsa la voce che so accendere un computer ed ecco che mi hanno proposto di affiancare il tecnico che si occupa della registrazione audio-video delle lezioni (!!!!) : sono molto scettica circa le mie capacità di apprendimento in questo campo, ma umilmente cercherò di imparare , pur non potendo garantire risultati a breve termine.

Oggi invece sono andata alla Casa della Gioventù , su invito di una ex-insegnante che si dedica all’ insegnamento dell’ italiano agli stranieri. Ho scoperto così un mondo nuovo per me e forse sconosciuto ai più.
Tanti giovani, tante donne ( anche coi bambini nei passeggini)di nazionalità diverse sono arrivati , si sono iscritti ai corsi e si sono seduti sui banchi ansiosi di imparare quella lingua che permetterà loro di trovare un lavoro, di seguire i figli nei compiti, di muoversi con più tranquillità nell’ ambiente in cui vivono.

Anch’ io ero un po’ spaesata come loro, ma il lavoro è tanto che subito mi hanno assegnato il compito di gestire il gruppo dei nuovi iscritti per sottoporre loro un breve test mirante ad individuare il loro livello di comprensione della lingua.

Fortunatamente è venuta in mio soccorso una “collega” già esperta che ha preso in mano la situazione e ha cominciato a insegnare le prime parole utili per presentarsi. C’ erano un ragazzo e una ragazza pakistani, due fratelli indiani con la loro mamma e due ragazze del Togo.

E’ stato molto bello vedere con quanto impegno tutti seguivano la lezione e addirittura commovente, direi, vedere la mamma indiana un po’ smarrita affidarsi ai suggerimenti dei due figli.

Il gruppo che gestisce questa benemerita attività è composto solo da donne (almeno così mi è parso di capire) che dedicano una parte del loro tempo a costruire un ponte tra culture diverse per contribuire all’ integrazione dei “nuovi italiani” : ancora una volta mi vien da dire “W LE DONNE!!!”

Ringraziamenti…

Un dilemma si affacciava spesso nella mia mente: avrò o non avrò diritto all’ esenzione dal ticket sanitario?
Come ormai sono solita fare , ho posto la domanda al computer , che mi ha subito fornito l’ indirizzo del sito della Regione Lombardia.

Ho cliccato su “scrivici” e ho inviato via e.mail i miei dati e il mio quesito.
Tempo un paio d’ ore ed ecco la risposta: ho diritto all’ esenzione E01, pertanto devo andare all’ ASL per compilare l’ autocertificazione e consegnare la ricevuta che mi verrà fornita al mio medico.

Ringrazio lo sconosciuto impiegato del call center della Regione che mi ha risposto così sollecitamente e con tanta cortesia…. e ringrazio pure internet che ci risolve tanti piccoli problemi di ogni giorno.

UTE: pubblicità e storia locale.

Oggi all’ UTE si è parlato di pubblicità , ma l’ attenzione è stata più particolarmente indirizzata alla “pubblicità progresso”, quel tipo cioè che non reclamizza prodotti da vendere, ma vuole sensibilizzare la gente verso i problemi che affliggono il nostro mondo.

Così parlando della campagna contro la violenza sulle donne sono rimasta colpita da una notizia : in Israele la prostituzione è legalizzata e si contano centinaia e centinaia di quelle che da noi venivano chiamate “case chiuse” sul territorio del paese. Questi luoghi vengono riforniti di “personale” dalla mafia russa che fa entrare in Israele ragazze dell’ Est o dell’ Africa e toglie loro il passaporto, riducendole in uno stato di schiavitù, da cui possono difficilmente liberarsi.Forse succede lo stesso alle ragazze che vediamo sulle nostre strade …

Non mi ha invece stupito sentir parlare delle centinaia di donne che ogni anno in India vengono uccise dai suoceri (simulando incidenti domestici), per consentire al vedovo di risposarsi e ottenere così un’ altra dote dalla nuova moglie: è un fenomeno tristemente risaputo…
Abbiamo visto immagini di grande efficacia nella denuncia di comportamenti pericolosi, di diritti negati, di pedofilia e altro, immagini che il dr. Lissoni ci ha illustrato con dovizia di particolari e con commenti puntuali.

La seconda ora è stata dedicata alla seconda parte della relazione tenuta con passione dalla dr.ssa Chiesa, sugli studi da lei compiuti sulle mappe teresiane, mappe che potremo ammirare nella nostra prossima visita al museo cittadino.

Celentano a Verona

Ieri sera ho seguito il concerto di Celentano dall’ Arena di Verona,concerto che mi era sfuggito il giorno prima.
Che dire? Celentano è invecchiato molto: lo dice il suo viso un po’ incavato e stanco, lo dice il berretto che copre la calvizie, lo dice la giacca con le spalline imbottite per simulare un portamento gagliardo che non c’ è più, lo dice la voce non sempre ferma e le parole delle canzoni che sfuggono di tanto in tanto….ma ascoltarlo è stato come rivivere una vita…

Le sue canzoni hanno accompagnato tutte le tappe percorse in 50 anni da quelli della mia generazione e ad ogni melodia che veniva intonata potevi riandare a un preciso momento e riassaporarne l’ atmosfera e i sentimenti provati.
Anche Morandi, altro arzillo vecchietto, è riuscito a catturare l’ entusiasmo del pubblico e quando , molto commosso, ha cantato “Caruso” di Dalla si è dimostrato un grandissimo interprete, tanto che senza accorgermene anch’ io mi son ritrovata col ciglio umido di commozione.
Il pubblico cantava le canzoni più note, quelle che sono diventate patrimonio non solo di quelli della mia età, ma anche delle generazioni successive, che forse non hanno trovato personalità altrettanto spiccate tra gli artisti che le hanno rappresentate in musica.
Anch’ io, mentre stiravo, mi ritrovavo a cantare insieme al pubblico di Verona e a un artista che ha saputo regalare tante emozioni a tanta gente si può certo perdonare qualche stecca, qualche nota incerta ( due ore di spettacolo dal vivo metterebbero in difficoltà anche artisti più giovani) e anche qualche predicozzo di troppo.

P.S. le ormai famose prediche di Celentano sono sì insopportabili, ma hanno forse il merito di portare a riflettere anche gente non molto propensa a farlo ….

Attenzione al phishing!!!

Ieri mi è arrivata una mail che mi diceva di collegarmi al più presto con il sito delle Poste per sbloccare la carta di credito che era stata disattivata per motivi di sicurezza.

La cosa mi è sembrata subito sospetta e ho atteso di informarmi meglio. Stamattina mi è arrivata la stessa mail , speditami nel cuore della notte, ma con un particolare: il link indicato in calce al messaggio non portava più da nessuna parte.
Ho telefonato al direttore dell’ Ufficio postale che mi ha confermato quello che ormai avevo capito da me:

E’ UN TENTATIVO DI PHISHING , CIOÈ DI ADESCAMENTO , PER INDURRE IL DESTINATARIO DEL MESSAGGIO A FORNIRE I DATI DELLA SUA CARTA DI CREDITO E POTER COSÌ SVUOTARE IL CONTO !!!

Chiunque riceva messaggi di questo genere si guardi bene dal cadere nella trappola: nè le banche , nè le poste mandano mai richieste di dati via mail.

Tutti in guardia!!!!

IACO, il pappagallo …(di nonna mimma)

Iaco
Quando lo regalai alla mamma Iaco aveva 4 mesi ed era appena stato “svezzato” dalla sua allevatrice.
Diceva solo ciao e non era dato sapere se avrebbe parlato. E’ stato un grande impegno, anche se di bella compagnia, per la mamma vedova e sola da molti anni. Credo che Iaco abbia sofferto molto la perdita della “ sua” mamma, me ne resi conto quando entrò in casa mia dopo 9 anni. Per lungo tempo non mi accettò e mi beccava ad ogni occasione . Imparò a volare per casa girando intorno tra corridoio e soggiorno, prima incerto e poi sempre più sicuro; non atterrava più sul pavimento o sul braccio, ma andava a sistemarsi sulla porta del bagno ; aveva riacquistato fiducia
Quando lo ereditai, aveva un bel repertorio che sciorinava con disinvoltura rispondendo alle domande , diceva ” Vaff…..” a chi gli faceva un dispetto e si ripeteva, allungando la ” u” se il dispetto continuava.
Chiamava per nome tutti i vicini di casa, abbaiava , miagolava nei toni più svariati degli umori felini, ma soprattutto cantava “Fratelli d’ Italia” e imitava la mamma come un registratore.
Aveva imparato ad aprire la gabbia spingendo da un lato il chiavistello con la punta del becco per poi tirarlo dall’altra parte, apriva anche i lucchetti di rinforzo .
Gli ho insegnato a fare il bagno nel bidet ; al primo approccio stando sul bordo , con la
>zampa tastò l’acqua per lui sconosciuta sotto quella forma; molto diffidente, provò ancora con l’altra zampa e quando finalmente saltò dentro fu uno spasso vederlo sguazzare con quelle ali troppo grandi per quella “tinozza” e saltare su e giù dal bordo, giocando come un bambino.
Da allora, per prima cosa, toglieva i tappi, rosso e blu, dai rubinetti e li buttava per terra dopo averli rigirati nel becco, io li rimettevo a posto e il gioco durò finchè non li distrusse. Lo chiamavo Paperetto e gli piaceva ripetere questa parola. La nostra convivenza non durò a lungo perché con la morte della mamma, caddi in una depressione così profonda che neanche la nascita della nipotina riuscì a migliorare e fu così che per vari motivi, tradendo la sua fiducia, regalai Iaco-Paperetto a una cara persona, che insieme con i suoi 5 gatti, alcuni cani , un marito e tre figli lo ha accolto con gioia e non potrebbe più farne a meno.
Io posso ancora vederlo quando la sua attuale padrona mette la gabbia fuori casa e passando lo chiamo ancora ” Paperetto”. Benchè siano già passati alcuni anni ,si blocca ,mi guarda, non mi risponde più come allora ma quando mi allontano mi lancia un fischio. Come suo ricordo è rimasta la porta del bagno tutta “sgranocchiata” per affilarsi il becco,l’oblò della lavatrice, che perde ad ogni centrifuga per i graffi infertigli dalle sue unghie, i tagli sui mocassini che trovava sul suo cammino quando girava a piedi per casa.
P.S. Questo è il racconto di Nonna Mimma, una nonna che mi fa l’ onore di seguirmi e di condividere con me alcune storie legate alla sua vita. Grazie, nonna Mimma!!