Studenti congelati, ma patriottici.

Scuole al freddo…ma patriottiche.

Il governo taglia i fondi alle Province; queste tramite il loro portavoce minacciano di tagliare i servizi come spalare la neve dalle strade o lasciare le scuole al freddo.
Mentre leggevo queste notizie, ne è uscita un’ altra che mi ha colpito: nelle scuole italiane sarà obbligatorio insegnare l’ Inno di Mameli.
A parte il fatto che mi pare logico che i nostri ragazzi imparino l’ inno nazionale a scuola (io l’ ho sempre insegnato ai bambini di quinta , quando si studiava il Risorgimento) non mi pare che questo sia il problema maggiore della scuola in questo momento…. e questo provvedimento che ha fatto tanto arrabbiare la Lega farà innervosire non poco anche molti operatori della scuola che avrebbero preferito leggere notizie di ben altro tipo.

Vorrà dire che i nostri studenti, quando congeleranno nelle aule non riscaldate per mancanza di soldi nelle casse degli enti locali, si metteranno a marciare intorno ai banchi, battendo forte i piedi per riscaldarsi e cantando patriotticamente l’ inno nazionale….

Si può fare sempre qualcosa….

Scuola in Aspromonte.

Ho ancora negli occhi le immagini di certe nostre scuole, che sarebbero più adatte a essere adibite a ripostigli più che a luoghi di educazione e istruzione. Ora sappiamo che questa situazione è in gran parte dovuta non a mancanza di finanziamenti , ma al cattivo uso che si fa del danaro pubblico e viene la tentazione di rassegnarsi, di dire “…non c’è niente da fare….”
Nell’articolo che si può leggere cliccando sul link qui sopra, si racconta invece una storia che riaccende la speranza. Una dirigente scolastica, nominata in una sede difficile come S. Luca in Aspromonte, scrive come è riuscita a rendere bella ed accogliente la sua scuola coinvolgendo tutte le risorse economiche ed umane che l’ ambiente poteva offrire e come da lì è potuta partire anche una nuova impostazione dell’ attività educativa rivolta ai ragazzi.
Questo fatto sta a testimoniare che anche nelle situazioni più difficili si può sempre fare qualcosa per migliorare l’ esistente; quello che ci vuole è un grande amore per la scuola e per i ragazzi, che ad essa chiedono di essere per loro una base di lancio verso un futuro dignitoso.

Professori alla riscossa.

più ore di lezione ?

Vedersi aggiungere sei ore di servizio senza un corrispettivo in busta paga, come pare accadrà ai professori, non è piacevole, ma ricordo che i maestri ne hanno sempre fatto 24 di insegnamento cui si aggiungevano innumerevoli ore di programmazione e aggiornamento.

I docenti hanno comunque buone ragioni per protestare, visto che quest’ ultimo colpo alla schiena arriva dopo anni di tagli spietati . Il difficile sarà trovare solidarietà presso le altre categorie, che non riescono a capire che il compito di un docente non si esaurisce nelle 18 ore davanti ai ragazzi, ma implica tante ore di lavoro invisibile: programmazione, correzione compiti, riunioni di classe, compilazione documenti, corsi di aggiornamento….

Scuola e storie dal mondo…

Storia di Malala
Storia di Yom
Nella settimana che sta per finire sono comparse sui giornali due storie che mi hanno colpito in modo particolare; si possono leggere cliccando sui link qui sopra .
Una quattordicenne pakistana è in fin di vita per aver affermato il diritto suo e dei suoi coetanei di andare a scuola perchè il futuro offra loro una prospettiva diversa da quella di imbracciare un fucile. Qualcuno ha ritenuto queste sue parole così rivoluzionarie e pericolose da decidere di sopprimerla.

La seconda viene dal SUd Sudan ed è la storia di Yom: 40 anni, abbandonata dal marito, si occupa da sola dei quattro figli e li mantiene coltivando un po’ di terra. Nonostante ciò ha cominciato a frequentare la scuola coi suoi due figli più piccoli: vuole imparare a leggere e a scrivere.

Malala e Yom hanno capito che l’ arma più potente contro la fame, la povertà, il fanatismo è l’ istruzione, che mette le persone in condizione di conoscere meglio i propri diritti e
i propri doveri e che le rende meno manipolabili.

Purtroppo qui da noi pare che invece la scuola sia sempre meno considerata: gli edifici scolastici cadono a pezzi, gli insegnanti sono sempre più insoddisfatti e sono sempre meno i fondi che vengono destinati all’ istruzione. Ieri in molte città italiane ci sono state numerose manifestazioni studentesche per esprimere il disagio dei lavoratori della scuola e i timori dei giovani circa le prospettive per il loro futuro più che mai incerto.
Credo che i ragazzi abbiano ragione a urlare per le strade e mi auguro che lo facciano fino a che non venga riconosciuto alla scuola il ruolo (e quindi l’ attenzione) che le compete.

La scuola ricomincia… forse.

Si torna a scuola…. forse.

Nell` articolo che segnalo oggi, si parla del cattivo stato di manutenzione degli edifici scolastici in provincia di Como, ma credo che il discorso si potrebbe allargare a tutto il territorio nazionale.
Si dice anche che sono stati utilizzati i profughi ospitati sul territorio per alcuni lavori di portata minore come le imbiancature delle aule e questa mi pare una cosa buona, perche` si da` occasione a queste persone sospese in un limbo poco piacevole di sentirsi utili.

Detto questo mi pare giusto ricordare che in Emilia molte scuole forse non potranno piu` essere riaperte e che molti bambini non sanno nemmeno quando riprenderanno le lezioni. Nessuno parla piu` di terremoto e di terremotati, ma questo silenzio non allontana e non fa svanire i disagi e i problemi.

Aria fresca nelle scuole?

Spesso mi capita di incontrare ex colleghe che devono continuare a lavorare pur non essendo più tanto giovani (60 anni più o meno) e tutte ripetono le stesse parole: “alla mia età si fa fatica a stare coi bambini della scuola elementare, specialmente coi più piccoli… Non si ha più l’ entusiasmo e la pazienza di quando si era giovani e questo va a scapito dei bambini”.

Ho inoltre letto recentemente che l’ età media degli insegnanti è di 50 anni e questo significa che nella scuola , come in tanti altri campi, vige la gerontocrazia con danni che già sono sotto gli occhi di tutti.
All’ inizio della mia carriera ho conosciuto insegnanti anziani che continuavano a riproporre lo stesso identico programma che avevano seguito con le scolaresche precedenti, perchè non avevano più voglia di rinnovare nè i contenuti nè i metodi del loro insegnamento per adattarli alle esigenze dei nuovi allievi e questa tendenza credo non sia ancora scomparsa.

Nei giorni scorsi 300 docenti del Politecnico hanno presentato ricorso al TAR contro una delibera del rettore che introduce l’ insegnamento in lingua inglese per i corsi di perfezionamento e (non l’ ho letto da nessuna parte) scommetterei che a ribellarsi siano proprio i più anziani che trovano difficoltà ad aggiornarsi e a cambiare abitudini consolidate.

In questo panorama c’ è una notizia che induce a sperare:
21000 assunzioni nella scuola da settembre

Se queste assunzioni non riguarderanno solo i lavoratori a tempo determinato che già lavoravano nella scuola, ma riguarderanno anche giovani reclutati con concorso, forse un po’ di aria fresca potrà entrare anche nelle aule delle nostre scuole.

“Le scuole nell’ ombra”

Scuole private misteriose….

Potrebbe essere lo spunto per un giallo, che potrebbe intitolarsi “Le scuole nell’ ombra” e il detective di turno dovrebbe incaricarsi di indagare cosa si nasconde dietro a quel mistero di cui si circondano le scuole private italiane.

Nell’ articolo linkato sopra si racconta come il ministro Profumo abbia avviato una lodevole campagna di trasparenza relativa all’ efficienza delle scuole italiane sia pubbliche che private.
Risulta però a tutt’ oggi che solo le scuole pubbliche abbiano fornito i dati relativi al personale docente , alle dotazione di ausili didattici e all’ offerta educativa dei vari istitui, mentre le scuole private non hanno provveduto a fornire alcuna notizia.

Dietro a questo muro di silenzio si nascondono forse le solite “furbate” delle scuole private , che , ricordiamolo sempre, hanno generalmente come primo obiettivo della loro opera il profitto.
Il nostro detective, alla fine delle sue indagini, potrebbe scoprire che molto personale ingaggiato in questi istituti non ha i requisiti richiesti per essere abilitato all’ insegnamento e che per questo viene sottopagato e mantenuto nella precarietà. ma potrebbe anche scoprire che i tanto decantati servizi delle scuole paritarie e private non sono poi così all’ avanguardia e potrebbe anche scoprire i mille piccoli strappi alle norme che consentono di minimizzare i costi e di massimizzare gli introiti.

Perche` la scuola deve occuparsi di settimane bianche, di settimane verdi , ecc. ?

22 scolari morti in Svizzera

Questo fatto terribile mi porta a fare alcune considerazioni.
Sono sempre stata contraria alle settimane bianche , a quelle verdi, alle lunghe gite all`estero o comunque a tutte quelle iniziative che impegnano la scuola al di fuori delle proprie sedi naturali per piu` giorni,
Perche` la scuola deve trasformarsi in agenzia di viaggi? Perche` deve perdere tempo ed energie preziose per cose che altri possono fare e che non sono strettamente legate alle sue finalita`?

Mi si dira` che per i bambini ogni esperienza e` importante; certo, rispondo io, ma che bisogno c`e` che sia la scuola a impegnare giorni e giorni preziosi sottraendoli alle attivita` che principalmente le competono? Ci sono altre istituzioni che possono interessarsi utilmente di offrire queste occasioni di socializzazione e, lo ammetto, anche di apprendimento ai ragazzi.

Per quale valido motivo la scuola e gli insegnanti devono assumersi oneri e responsabilita` cosi` grandi?
Forse un tempo, qando le possibilita` di spostamento erano piu` limitate tutto questo aveva un senso per consentire ai ragazzi di conoscere ambienti e situazioni non alla portata delle famiglie, ma ora non e` piu` cosi`…e per le famiglie che comunque non possono permettersi certe spese non strettamente necessarie, vengono messe in difficolta` grave quando si vedono costrette a negare la partecipazione dei propri figli a iniziative della scuola troppo onerose per il loro bilancio.

Credo che la scuola abbia come compito principale l`istruzione e l`educazione dei futuri cittadini e questo lo puo` fare molto bene nelle aule scolastiche.

Profumo nelle scuole.

Il ministro Profumo, ministro dell’ Istruzione e dell’ Università, ha cominciato da un po’ di tempo a visitare le scuole: so di sue visite a Brindisi, a Caserta e a Palermo, zone in cui la scuola sta soffrendo in modo particolarmente acuto. Questo testimonia un vero interesse per i problemi che studenti e professori vivono ogni giorno sulla loro pelle e si spera che l’ interesse parta dalla volontà vera di fare qualcosa di concreto per fermare il degrado .
A parole il ministro Profumo dice di voler continuare l’ azione avviata dalla Gelmini, ma spero invece che in realtà fermi lo smantellamento della scuola pubblica avviato dal precedente governo.
Leggevo proprio ieri uno studio sull’ abbandono scolastico : sono più di 400.000 ragazzi ogni anno che la scuola si lascia alle spalle e per i quali si aprirà solo un futuro di marginalità.
Se il ministro vuole veramente dare una svolta alla scuola pubblica deve dare più dignità agli edifici (in gran parte non a norma e non in sicurezza), deve incentivare gli insegnanti all’ autoaggiornamento e prevedere corsi di formazione , deve fare in modo che la scuola diventi un polo di aggregazione di tutte le risorse che il territorio può offrire per una migliore preparazione degli alunni e per favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro.

In un anno (tale sembra il tempo a disposizione del governo attuale) non si possono fare molte cose, ma si può cominciare a segnare un cambio di rotta e di impostazione dei problemi, ridando priorità all’ istruzione PUBBLICA (e non a quella privata privilegiata dalla Gelmini).

Se così sarà potremo dire che si potrà forse respirare un Profumo di novità

Insegnare , mestiere difficile…

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Riunione docenti di classi parallele (molti anni fa).
Io – Qualcuna di voi mi sa dare suggerimenti sulle strategie per aiutare i bambini X e Y a superare questa difficoltà ? Ho provato in tanti modi, preparando attività personalizzate, ma non ho ottenuto molto….
Collega – E perché ti poni tanti problemi? Io se la maggioranza della classe mi segue vado tranquilla; vuol dire che quel che sto facendo va bene. Se c’ è chi non segue per motivi suoi non è colpa mia….-
Questo dialogo si svolgeva tra maestre elementari, le quali a mio avviso hanno il preciso obbligo morale e deontologico di stimolare le potenzialità di ogni bambino, che ha il diritto nella scuola dell’ obbligo di non sentirsi emarginato già dai suoi primi passi nella scuola.

Nelle scuole superiori il discorso è notevolmente diverso: chi studia e s’ impegna va premiato, i fannulloni vanno giustamente puniti. Tuttavia se come si legge nell’ articolo, la maggioranza della classe risulta insufficiente credo che non sia solo colpa dei ragazzi che non si impegnano. Credo che ci sia un vizio nell’ impostazione della didattica : l’ insegnante ha testato in modo sufficiente il livello di preparazione della classe per stabilire da quali basi partire per programmare il proprio lavoro?
Se il docente non avrà fatto questa indagine preliminare, rischia di costruire sul nulla e di vedere vanificato il suo lavoro e di fare dei suoi alunni dei frustrati perenni.

La scuola italiana ha molti problemi, ma il primo da risolvere è la preparazione dei docenti: conoscere bene la propria materia non presuppone il fatto di saper insegnare : questo è un mestiere che si impara sul campo , ma bisogna avere la sensibilità e l’ umiltà di mettersi ogni giorno in discussione.