Letture: “Anna”.

Ho appena finito di leggere il libro di Ammanniti : “ANNA”.

E’ un libro che, se fosse un film, definirei del genere horror. E’ ambientato in Sicilia, dove, dopo una misteriosa epidemia che ha ucciso tutti gli adulti, si aggirano bande di orfani in un mondo devastato dove ci si imbatte a ogni piè sospinto in cadaveri  o scheletri abbandonati . Tutt’attorno è devastazione: case e negozi saccheggiati  dai bambini in cerca di cibo, carcasse di auto, camion e computer inutilizzabili . In questo scenario si muove Anna, una tredicenne che ha promesso alla madre morente di proteggere il fratellino, seguendo una specie di memoriale che la mamma le ha lasciato con le istruzioni su come poter sopravvivere in quell’ apocalisse.

Devo dire che nel romanzo appare evidente il desiderio dell’autore di stupire i lettori con trovate sempre più macabre, mentre appare , a mio avviso, meno evidente il messaggio del racconto. Si sa che questi bambini sono destinati a morire appena finisce la loro infanzia e quindi tutta l’ umanità scomparirà, ma Anna continua a cercare una impossibile salvezza per sè e per il fratellino …..

Ho letto un’ intervista fatta allo scrittore a proposito di questo libro e lui afferma di aver voluto descrivere l’ evoluzione dei sentimenti in questa bambina che vive in condizioni così estreme….. Sarà anche vero, ma a me è parso più un gioco , un esercizio letterario alla ricerca di “effetti speciali”.

 

La prima neve.

wp_20160104_10_01_12_proLa pioggerellina  di questa notte si è trasformata in una leggera nevicata che ha imbiancato appena appena la città .

E’ cosa buona che le precipitazioni siano così modeste dopo tanto tempo di siccità: la terra ha tutto il tempo di assorbirle piano piano,  tranquillamente.

Puntualmente si sono fatti vivi i pettirossi che sono arrivati a beccare le briciole di cibo che ho lasciato fuori nell’ orto. Sono così belli , con le piume gonfie per ripararsi meglio dal freddo e con quell’ aria di chi è sempre all’ erta.

Io me ne starò in casa a finire qualche lavoro iniziato da tanto tempo e mai portato a termine: la neve è bella quando la si può ammirare dalla finestra di casa e non si è costretti a uscire….

Una veglia “condominiale”.

Era la prima volta che mi capitava di essere sola per S. Silvestro. Negli ultimi anni avevo sempre qui con me qualcuno dei miei figli o almeno qualche nipotino, ma quest’ anno per una serie di fattori avrei dovuto attendere in solitudine l’ inizio del nuovo anno.

Ho valutato, e subito scartato, l’ idea di recarmi in parrocchia dove si faceva festa :  ognuno  va a queste feste con i propri familiari o i propri amici e io mi sarei ritrovata comunque sola …

Nel pomeriggio ho telefonato a un’anziana vicina: anche lei era sola e lì per lì le ho proposto di passare la serata insieme…poi a messa ho incontrato anche un’ altra vicina che sarebbe rimasta in casa col marito e questa volta è stata lei a invitarmi a passare qualche ora da lei… Così, dopo cena, sono andata prima da quest’ ultima con la quale abbiamo brindato un po’ in anticipo (a base di coca-cola.decaffeinata!!!!), poi sono andata dall’ altra vicina.

Abbiamo  giocato a carte , chiacchierato e riso fino alla mezzanotte, quando ci siamo scambiate un abbraccio affettuoso brindando con un bicchiere di ginger; appena il clamore dei botti (pochi per la verità) è andato scemando, ci siamo salutate scambiandoci un ultimo augurio.

Una fine d’ anno insolita, ma piacevole, anche per la consapevolezza di essere riuscite a trasformare un’ occasione di malinconia in un’ occasione di vicinanza e solidarietà reciproche.

Buon Anno!

Metto nella gerla del Vecchio Anno  tanti momenti da dimenticare:  i giorni passati nell’ angoscia e nella tristezza, quelli segnati dai malanni e dalle incomprensioni, quelli in cui la solitudine o il dolore si sono fatti più pesanti, ma mi tengo stretti gli attimi in cui un sorriso, dato o ricevuto, ha accompagnato un gesto di solidarietà, di amicizia, di affetto…..

Addio , 2015!  Ti saluto senza rimpianti e accoglierò il 2016 con le solite speranze, anche se so già che molte andranno deluse…

Auguri a tutti quelli che passano di qui.

buon anno gif

Passeggiando per Milano.

piazza Duomo MilanoIeri il centro di Milano era affollatissimo e ovunque si vedevano poliziotti che vigilavano su turisti italiani e stranieri e sui visitatori in genere, che facevano lunghe file per entrare in Duomo o per accedere alle varie mostre allestite nei palazzi circostanti.

Si faceva fatica a procedere per conquistarsi un arancino o un panzerotto ad una delle innumerevoli bancarelle situate attorno al Duomo, sempre bellissimo; ieri, come da tanto (forse troppo )tempo ormai c’ era il sole e la Bèla San Simpliciano una delle basiliche più antiche di Milano.Madunina” sulla guglia più alta scintillava più che mai; ma c’ era un’ evidente foschia dovuta allo smog che staziona immobile sulla città e sui dintorni.

A sera la città si è illuminata e ha sfoggiato tutto  il suo fascino : ci sono angoli di grande bellezza in Castello Sforzesco di notte.questa città ricca di arte e di storia.

Pomeriggio a teatro con le marionette.

il-gatto-con-gli-stivali-la-caccia-reale-620x310Costumi secenteschi riprodotti fin nei minimi particolari in tessuti di pregio, tanti personaggi e scene suggestive: questi gli aspetti che più colpiscono nello spettacolo di marionette “Il gatto con gli stivali” che è andato in scena oggi al teatro intitolato a Mariangela Melato.

Un’ora e un quarto per tornare ad assaporare la meraviglia di una forma di spettacolo sempre attuale: i bambini restano colpiti dalle scene , dai colori e dalle musiche; gli adulti apprezzano il lavoro difficilmente quantificabile per allestire tanti personaggi e per muoverli assecondando l’ azione scenica e la colonna sonora.

 

 

 

Il supermercato delle mamme in affitto.

il supermercato delle mamme surrogate

In questo articolo, preso dal sito di 27^ORA, si legge ciò che può accadere se una coppia di italiani va in California per trovare una donna disposta a partorire un figlio che non sarà mai suo.

La clinica e le prassi descritte, fanno pensare a un businness , a un supermercato, nel quale si vendono ovuli e madri in affitto descritte in ogni particolare perchè gli acquirenti possano avere la possibilità di scegliere ciò che meglio si addice alla loro situazione e ai loro gusti: proprio come si sceglierebbe un vestito o un paio di scarpe.

Il tutto mi pare abbastanza squallido: perchè avere un figlio a tutti i costi? Se hai cinquant’anni e non puoi più procreare, vuol dire che non ti sei mai posta il problema prima e allora perchè ora ricorrere a soluzioni tanto innaturali? E se vuoi un figlio, ma non puoi averlo pur essendo in età fertile, perchè non ne adotti uno? E se invece la tua situazione esistenziale (vedi omosessuali) ti impedisce di diventare padre o madre ti informo che ci sono tanti modi per farsi padri e madri di bambini che hanno bisogno di aiuto ….. senza dover sfruttare il corpo di un’altra donna.

Poesia: Ma che colpa ho?

Un amico virtuale ha pubblicato un post provocatorio sul fenomeno della migrazione, nel quale afferma che i genitori che partono o lasciano partire i propri figli sui barconi sono da condannare perchè li espongono alla probabilità non remota di morire in mare  . E’ a lui che ho pensato quando ho letto questa poesia.

Ma che colpa ho?

Che colpa ho se il giorno della nostra partenza dal
cielo siamo stati mandati in posti diversi sulla terra,
Che colpa ho se il mio si chiama Africa.

Che colpa ho se il giorno del mio arrivo sono stato
ricevuto da un allevatore di bestiame anziché
da un ginecologo,
Che colpa ho se la mia sala parto si chiama
campo profugo.

Che colpa ho se i primi suoni che ho sentito nella vita erano quelli di bombe, mitra e fucili,
Che colpa ho se la prima parola che ho imparato
è stato ‘nemico’.

Che colpa ho se per dissetarmi devo fare dei buchi
nella terra per cercare qualche goccia d’acqua,
Che colpa ho se per sfamarmi devo aspettare il giorno
fortunato in cui qualche pannocchia e fagioli vengono lanciati da un aereo amico.

Che colpa ho se i miei giocattoli sono proiettili, bombe a mano e mine inesplose,
Che colpa ho se l’unica giostra che conosco si
chiama ‘bunker’
Che colpa ho se i miei amici inseparabili si chiamano dissenteria, malaria e colera. Gli amici che fanno di tutto per non lasciarmi solo neanche per un giorno.
Che colpa ho se la parola vaccino per me esiste solo
nelle favole.

Che colpa ho se mi hanno convinto che per vivere
qualcuno (il nemico) deve morire da qualche altra parte.
Che colpa ho se nonostante la mancanza di cibo
e d’acqua sono ‘cresciuto’ molto in fretta ugualmente, diventando un adulto solo a quattro anni.
Che colpa ho se io sono un bambino africano!!!

blessing sunday osuchukwu – tratto da “Le lacrime degli angeli”.

Ecco , Luigi, se la prospettiva per i propri figli è solo questa, io posso capire chi li trascina in un viaggio pieno di pericoli sì, ma in fondo al quale potrebbe esserci una possibilità di  vita non indegna di un essere umano.

Magia di una notte di Natale.

La notte scorsa alla messa di mezzanotte la chiesa di Arcellasco era affollatissima , ma l’ atmosfera era raccolta . Ad animare e commentare i momenti della celebrazione c’era il coro “Convivia Musica” :  ieri sera c’ erano solo voci femminili che si fondevano mirabilmente nell’ esecuzione di vari canti adatti alla solennità liturgica. In particolare un soprano e un contralto si sono prodotte nell’ interpretazione di un canto in latino poco conosciuto, di cui non ricordo il titolo. Ebbene hanno saputo creare un’ armonia tale che mi hanno fatto ricordare ”  barcarolle” di Offenbach, così come l’ ho sentita nel film “La vita è bella di Benigni”. Un momento  veramente suggestivo , che ben sottolineava la magia del Natale….il trionfo e il mistero della vita e  l’incontro tra umano e divino.

  Incollo qui il video di “Barcarolle” che ho citato nel post.

 

Miss Iraq.

Miss Iraq 2015

I giornali ci tengono a precisare che , dopo 43 anni, è stata eletta Miss Iraq.

Le ragazze partecipanti al concorso hanno dovuto sfidare le minacce degli estremisti , sebbene sfilassero in abito lungo, e alcune sono state indotte a ritirarsi dalla manifestazione.

Fa un po’ di tristezza pensare che si pretendeva di esportare con la guerra la democrazia in quel paese e invece abbiamo esportato solo il caos e qualche tentativo di imitare i lati meno nobili della nostra “libertà”.

Se, tuttavia,  queste manifestazioni potessero mettere in crisi l’ estremismo dei fanatici e aprire uno spiraglio all’ idea che si devono rispettare le scelte altrui, ben vengano anche i concorsi di bellezza.