Tutti insieme.

IMG-20160119-WA0005E’ una foto scattata qualche mese fa, come si può capire dagli abiti, e ritrae i miei quattro nipoti in una delle rare occasioni in cui si trovano tutti insieme. Sono tutti bellissimi e lo sarà anche Gioele che sta per arrivare ad ingrandire la squadra….

Per Elisa…..

 

WP_20160723_09_26_56_Pro (1)Elisa aveva cinque anni e mezzo quando ha abbozzato con pochi tratti, senza cancellature o ripensamenti, questo disegno della sua famiglia. Da notare che lei è quella piccola a sinistra :  si ritrae più piccola del fratellino Davide, che allora aveva poco più di un anno e , da notare, solo il fratellino viene tenuto per mano: una dichiarazione esplicita della sua sofferenza per sentirsi spodestata dal ruolo di figlia unica.

Ho sempre conservato con cura questo disegno e ora ne ho fatto un quadretto da regalare all’autrice perchè si ricordi sempre che, nonostante abbia scelto il liceo linguistico, lei ha un talento prezioso da coltivare comunque: il disegno , la pittura .  Forse sarà solo uno dei suoi hobbies in futuro, ma sarà sempre una risorsa su cui potrà contare, se non la lascerà inaridire…

Poesia: Tienimi la mano.

Tu non sapevi fare poesie, ma quando,  negli ultimi giorni, mi prendesti la mano , forse con lo sguardo volevi dire così ….

Tienimi la mano. (H. Hesse).

Tienimi per mano al tramonto,
quando la luce del giorno si spegne
e l’oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle…
Tienila stretta quando non riesco a viverlo
questo mondo imperfetto…
Tienimi per mano…
portami dove il tempo non esiste…
Tienila stretta nel difficile vivere.
Tienimi per mano…
nei giorni in cui mi sento disorientato…
cantami la canzone delle stelle dolce cantilena di voci respirate…
Tienimi la mano, e stringila forte
prima che l’insolente fato possa portarmi via da te…
Tienimi per mano e
non lasciarmi andare… mai…

(Herman Hesse)

 

Là dove metà popolazione è prigioniera….

C’è chi vive tutta la vita agli arresti domiciliari senza aver commesso nessun reato.!!! E’ quello che accade alle donne in Arabia Saudita.

Se fossi una saudita io dovrei sottostare a mio figlio o a mio fratello per andare a fare la spesa, per decidere di andare a trovare le mie figlie e potrei farlo solo se accompagnata visto che non potrei guidare, pena l’arresto. Addirittura dovrei chiedere il permesso per poter andare dal medico e farmi curare!!!!!

Possibile che le donne possano sopportare ancora questo stato di cose? E gli uomini sauditi non si vergognano di tenere prigioniere le proprie donne? Ne hanno così tanta paura?

 

Un salto indietro di un secolo…

Questo articolo apparso su “La Stampa” ai primi di giugno, quando ancora il “fallito golpe” in Turchia era di là da venire, fa ben capire come Erdogan da tempo abbia operato per diventare il nuovo “sultano”.  I cosiddetti “golpisti”probabilmente hanno solo cercato di prevenire e neutralizzare mosse tendenti ad accentrare ulteriormente il potere e ad eliminare gli oppositori.

Così si spiega il fallimento di un golpe, le cui contromisure erano da tempo predisposte e così si spiega anche come in così poco tempo Erdogan abbia potuto imprigionare tante migliaia di persone tra militari, magistrati , insegnanti e impiegati pubblici. Non sta paralizzando il suo paese?

Quello che addolora al vedere le foto dei prigionieri è il pensiero che nessuno interverrà a fermare lo scempio che si sta attuando in Turchia; ci saranno inviti alla moderazione e al rispetto dei diritti umani, ma nessuno vorrà inimicarsi il nuovo sultano.

Chissà se in Turchia vivono ancora dei testimoni del tempo in cui quel paese era sotto il potere degli Ottomani…..in questi giorni potrebbero rivivere “i bei tempi” della loro infanzia…..

 

Noi ce la faremo…

Oggi ho appreso dalla TV che Joan Baez terrà un concerto a Roma. ora ha 75 anni e la sua voce non è più così limpida e argentina, ma in me suscita ancora le emozioni di un tempo. Ecco qui di seguito una delle sue canzoni più conosciute, che mi pare adatta a dare speranza in un momento tanto buio.

We shall overcome,
We shall overcome,
We shall overcome, some day

Oh, deep in my heart,
I do believe
We shall overcome, some day

We’ll walk hand in hand,
We’ll walk hand in hand,
We’ll walk hand in hand, some day

Oh, deep in my heart,

We shall live in peace,
We shall live in peace,
We shall live in peace, some day

Oh, deep in my heart,

We shall all be free,
We shall all be free,
We shall all be free, some day

Oh, deep in my heart,

We are not afraid,
We are not afraid,
We are not afraid, TODAY

Oh, deep in my heart,

We shall overcome,
We shall overcome,
We shall overcome, some day

Oh, deep in my heart,
I do believe
We shall overcome, some day

4

Testo canzone di Joan Baez: We Shall Overcome http://lyrics-keeper.com/it/joan-baez/we-shall-overcome.html#ixzz4ErzFFvjy

24 anni di buio.

Credo che ogni italiano , che il 19 luglio 1992 aveva raggiunto l’età della ragione, abbia impresso nella mente nella mente le immagini dell’attentato a Borsellino. Era domenica e le trasmissioni furono improvvisamente interrotte per mostrare ciò che stava accadendo in via D’Amelio a Palermo : mucchi di lamiere, fumo, sirene , grida e le parole concitate del telecronista che informava del terribile attentato che si era appena verificato.

Ricordo la sensazione di angoscia che mi prese: era una scena che si stava ripetendo a 57 giorni di distanza dall’attentato di Capaci e sentivo che tutti eravamo in balia di forze tanto potenti quanto oscure……

Sono passati 24 anni e ancora la coltre di fumo che ha invaso via D’Amelio quel giorno continua a persistere su quegli avvenimenti…..

 

Una buona notizia: insieme contro la fame dei più poveri.

bottura e DeNiroTra i temi messi in evidenza da EXPO2015 c’era anche quello dello spreco alimentare: un terzo del cibo prodotto nel mondo va sprecato , mentre la fame miete ancora tante vittime innocenti in tanti paesi .

E’ da qui, per dare un esempio di come limitare questo scandalo, che uno dei più grandi chef , Massimo Bottura, ha dato il via a una lodevole serie di iniziative :  chiamare i più grandi chef a cucinare gli avanzi per le mense dei più poveri.  Così è stato realizzato il Refettorio Ambrosiano a Milano durante l’Expo, così verrà aperto il Refetto-Rio durante le Olimpiadi di Rio De Janeiro  così nascerè il Refettorio nel Bronx, uno dei quartieri più poveri di New York. In quest’ultima opera il nostro campione tra i cuochi verrà affiancato da un grande nome del cinema americano e mondiale : Robert De Niro.

Certo non sarà con queste iniziative che si potranno risolvere i problemi dello spreco alimentare e della fame nel mondo, ma bisogna pur fare sempre il primo passo e si spera che l’esempio di questi due GRANDI possa essere imitato da molti altri . Solo unendo gli sforzi di tanti sarà possibile limitare gli scandali derivanti dall’ingiustizia di un mondo che ha sempre come priorità il profitto a tutti i costi.

 

Film: Uno sguardo dal ponte.

E’ un film di 54 anni fa. Non l’ho visto  quando uscì, anche se ricordo i poster che lo pubblicizzavano con la bella faccia di Raf Vallone in primo piano, nè ho avuto mai modo di vederlo in TV prima di ieri.

uno sguardo dal ponteSi tratta di “Uno sguardo dal ponte” , tratto dall’omonima opera teatrale di Arthur Miller (uno dei mariti di Marilyn Monroe, per intenderci). E’ senz’altro un film che ritrae una certa mentalità siciliana (che si spera superata), ma che conserva molti spunti di interesse ancora oggi, anche se la lettura di questi temi oggi deve essere fatta sotto una luce diversa.

Se lo avessi visto quando uscì nelle sale cinematografiche nel 1962, certamente avrei colto la denuncia del maschilismo del protagonista, che pretende dalla moglie e dalla nipote (adottata dopo la morte della madre), una sottomissione assoluta; avrei inoltre visto il problema della clandestinità come una grave ingiustizia verso i poveri emigranti italiani che vedevano nell’America l’unica possibilità di sfuggire alla miseria e alla fame.

Vedendolo oggi ho invece apprezzato moltissimo l’interpretazione di Raf Vallone, che ha saputo rendere con grande efficacia il dramma del protagonista, Eddi Carbone, preso da un sentimento ambiguo per la figlia adottiva, sentimento che lui vuole definire “paterno”, ma la sua gelosia, la sua possessività fanno intendere qualcosa di diverso. Quando Eddi ospita due parenti arrivati in America come clandestini per cercare lavoro, lui in un primo momento si prodiga per aiutarli, ma quando il più giovane mostra interesse per la ragazza, che  ricambia l’affetto del giovane, Eddi è costretto a confrontarsi coi suoi sentimenti e se ne lascia sopraffare.

Interessante è anche la ricostruzione dell’atmosfera che regna nel quartiere di migranti italiani, dove la solidarietà per i clandestini è totale e dove il denunciarli è ritenuto atto infamante, imperdonabile; chi se ne rende colpevole viene isolato , disprezzato  da tutti: è un reietto.

Se 54 anni fa la clandestinità poteva essere un incubo per i nostri emigranti , oggi invece è un incubo che noi, come comunità nazionale, infliggiamo a chi viene nel nostro paese a cercare una via di scampo a guerre e miseria infinita. Da vittime , ci siamo trasformati in carnefici.

Forse 54 anni fa non avrei colto l’accento posto dal regista anche sull’omofobia di Eddi e del suo ambiente di lavoro , dove viene deriso il biondo Roberto, che canta con voce tenorile, che sa cucire e cucinare e che per questo non può essere un vero uomo.

Un’altra riflessione che il film può suggerire è questa: chi emigra, tende a conservare tradizioni, pregiudizi e mentalità della terra da cui proviene e ad esse si aggrappa per mantenere la sua identità culturale, ignorando che, nel frattempo, nella terra che ha lasciato, tutto si muove, tutto si evolve, come è giusto che avvenga in ogni società che non rinuncia a confrontarsi col mondo che cambia.

Alla fine del film, mi sono chiesta il perchè del titolo (mi è sfuggito l’inizio, dove forse ne veniva spiegato il significato); cercando su internet ho potuto capire che il ponte di cui si parla è quello che collega la ricchissima Manhattan con Brooklyn, il quartiere dei poveri portuali migranti….l’autore , dall’alto di quel ponte, guarda verso la povera umanità che vive in un altro mondo così vicino, ma anche così lontano.

 

 

 

 

 

Di nuovo il terrore….

Eravamo in campeggio sulla Costa Azzurra, precisamente a S. Rafael, ed era il 14 luglio. C’era gran folla nella zona e verso sera, quando le luci hanno cominciato a punteggiare l’orizzonte, nell’aria si diffondevano le melodie delle canzoni che provenivano  dai centri abitati dei dintorni. Siamo andati un po’ in giro e ovunque ci fosse una piazza c’era gente che ballava per ricordare la presa della Bastiglia, l’inizio della Rivoluzione …..tutti erano molto impegnati a far festa al suono di una fisarmonica o di un disco per un evento molto sentito da tutti i Francesi.

Forse anche stasera a Nizza c’era la stessa aria di festa, la stessa voglia di stare insieme e di affermare il proprio orgoglio di appartenere a una stessa comunità nazionale e per questo i terroristi hanno scelto questo momento per falciare con un camion la folla in attesa dei fuochi d’artificio…..i bollettini continuano ad aggiornare il numero delle vittime: prima 30, poi 60,  70, ora 73….L’angoscia mi chiude la gola …e posso solo mormorare una preghiera.

Aggiornamento del 15/7/16 – ore 8 –

Purtroppo il numero dei morti continua a salire e ora siamo a 84, ma ci sono molti feriti gravi….Mi chiedo come possa essere sfuggito ai servizi segreti francesi , che pure erano in stato di allerta …..ma forse è quasi impossibile prevenire questi attacchi di lupi solitari invasati dall’odio. Per questo dobbiamo essere sempre più coordinati e più compatti a livello di stati europei. Il terrorismo non si batte se si procede in ordine sparso….ricordiamocelo!!!