L. Armstrong: Il lato soleggiato della strada.

Grab your coat and get your hat, leave your worry at the doorstep
Just direct your feet to the sunny side of the street
Can’t you hear that pitter pat and that happy tune is your step
Life can be so sweet on the sunny side of the street

I used to walk in the shade with those blues on parade
But I’m not afraid ’cause this rover, crossed over

If I never had a cent I’ll be as rich as rockfeller
Gold dust at my feet on the sunny side of the street

With those blues on parade
Because this rover, it crossed over

If I never had a cent I’ll be as loaded as old rockfeller
With that gold dust ’round my feet
On the sunny side of the street
On the side, at that side of the street that is sunny

TRADUZIONE:

Afferra il tuo cappotto e il tuo cappello, lascia le tue preoccupazioni sulla soglia, dirigi i tuoi piedi verso il lato soleggiato della strada. Non senti che quello scalpiccio e quell’allegro motivo è il tuo passo? La vita può essere così dolce sul lato soleggiato della strada. Ero solito camminare nell’ombra con quei momenti bui, ma non ho paura perchè questo vagabondo è passato dall’altra parte (DELLA STRADA). (Anche) Se mai ho avuto un centesimo, sarò ricco come Rockfeller. Polvere d’oro ai miei piedi sul lato soleggiato della strada. Con quei momenti bui , perchè questo vagabondo è passato dall’altra parte. Se non ho mai avuto un centesimo, sarò ricco come il vecchio Rockfeller, con quella polvere d’oro intorno ai miei piedi sul lato soleggiato della strada ….sul lato…a quel lato della strada che è soleggiato…

UTE: Populorum Progressio – Le ragioni degli altri.

Nella prima lezione di ieri, Don Ivano ha parlato dell’enciclica “Populorum progressio” di Paolo VI di cui ricorre quest’anno il 50° anniversario della pubblicazione.  Non ho potuto seguire tutta la lezione, ma anche solo riportando alcuni brevi passi se ne può ricordare il valore profetico:

« Lo sviluppo dei popoli, in modo particolare di quelli che lottano per liberarsi dal giogo della fame, della miseria, delle malattie endemiche, dell’ignoranza; che cercano una partecipazione più larga ai frutti della civiltà, una più attiva valorizzazione delle loro qualità umane; che si muovono con decisione verso la meta di un loro pieno rigoglio, è oggetto di attenta osservazione da parte della chiesa »

” I popoli della fame interpellano oggi in maniera drammatica i popoli dell’opulenza. La chiesa trasale davanti a questo grido d’angoscia e chiama ognuno a rispondere con amore al proprio fratello.

..] La proprietà privata non costituisce per alcuno un diritto incondizionato e assoluto. Nessuno è autorizzato a riservare a suo uso esclusivo ciò che supera il suo bisogno, quando gli altri mancano del necessario.

Purtroppo la voce di Paolo VI è rimasta per lo più inascoltata e noi stiamo pagando salato il conto di un  neo-colonialismo cinico e predone.

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Nella seconda ora di lezione la dr.ssa Mariella Russo ci ha guidato alla comprensione della cultura degli altri, dei nostri nuovi concittadini: tale conoscenza non deve significare negazione della nostra cultura, ma deve rappresentare un arricchimento, un aiuto a “comprendere”.

Quale  concetto di lavoro? La nostra Costituzione inizia affermando che ” l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro” e questo dice quanto per noi il lavoro significhi libertà e dignità della persona, ma non è sempre stato così… Nelle civiltà antiche il lavoro era riservato agli schiavi, poi col Cristianesimo questa concezione cambia: San Paolo afferma “Chi non lavora non mangi” e San Benedetto col suo motto “ora et labora” dà al lavoro la stessa importanza data alla preghiera. Nell’età dei Comuni poi solo chi partecipava alle corporazioni (e quindi aveva un lavoro) poteva partecipare al governo della città.

Al giorno d’oggi il lavoro è un problema soprattutto per i giovani che si vedono offrire a ripetizione stage poco o per nulla retribuiti; in Cina un operaio deve lavorare 12/14 ore al giorno per 28 giorni al mese!!! In Giappone dopo licenziamenti di massa si sono fatte riassunzioni con superlavoro anche non pagato e si assiste a un grande numero di suicidi per eccessivo lavoro.

Il mondo economico è basato sulla competizione , che se portata agli eccessi è una vera follia: ci si deve invece orientare alla collaborazione.

Una volta i padroni brianzoli pensavano al benessere dei loro operai costruendo per loro case e asili .

Sorridere? Noi sorridiamo poco, in India invece il sorriso ha quasi valore religioso: devi sorridere alla divinità che  è in te e  in chi incontri…. Da noi si misura il PIL (Prodotto Interno Lordo) in Buthan si misura il FIL (Felicità interna lorda).

Solidarietà. In Corea ognuno deve fare ogni giorno un gesto di solidarietà verso un membro del gruppo cui appartiene. In Africa si fa il pane insieme. Gli immigrati, facendo gruppo, trovano il coraggio, qui da noi, di sfidare mafia e camorra e all’ospedale di Saronno sono state due infermiere straniere a denunciare i delitti finiti sui giornali in questi giorni: gli immigrati si fidano delle nostre istituzioni più di quanto non ce ne fidiamo noi….

Sguardo. Per noi guardarsi negli occhi è segno di lealtà, in Oriente guardare negli occhi una persona equivale a volerla sfidare.

In alcuni paesi è inconcepibile che un uomo debba ubbidire a una donna, anche se dovesse essere un suo superiore nel lavoro.