UTE:La proprietà e il Vangelo – L’invecchiamento.

La prof. Mariella Russo, che da molti anni collabora con l’UTE, ieri chi ha introdotto in un discorso forse inconsueto, ma che certamente interessa credenti e non credenti, visto che la cultura europea è intrisa
di cristianesimo. fin dalle sue radici.

Premesso che per proprietà si intende ciò di cui possiamo disporre a nostro piacimento e che condiziona il nostro tenore di vita, si può certamente affermare che la disponibilità economica è importante anche per la tutela della nostra salute (soprattutto in questo momento storico).

L’accumulo di beni è l’obiettivo di vita di molti e si può certo affermare che anche le guerre sono quasi sempre scatenate per motivi economici: la “religione del danaro” è certamente quella più diffusa ad ogni latitudine e spesso a farne le spese è anche l’equilibrio ecologico.

Per sapere cosa dicono le Sacre Scritture su questo argomento conviene partire dall’Antico Testamento. Dalla sua lettura si deduce questo concetto: la Terra è di Dio che la dà al popolo in misura tale da consentire il mantenimento della famiglia; I prodotti della terra ottenuti con fatica devono comunque essere condivisi con chi è nel bisogno; due comandamenti del Decalogo sono dedicati alla proprietà: non rubare e non desiderare la roba d’altri; ogni 50 anni (giubileo) devono essere cancellati i debiti e la terra deve essere redistribuita (quest’ultima regola non ha mai trovato attuazione).

Da tutta la Sacra Scrittura e, con anche maggior forza, dai Vangeli, viene affermata l’idea che Dio sta dalla parte dei poveri e dei deboli. Così è anche in tutti gli scritti dei più grandi Padri della Chiesa, ma tuttavia come
afferma il gesuita inglese John Haughey

Noi cristiani d’occidente leggiamo il Vangelo come se non avessimo soldi e spendiamo i nostri soldi come se non conoscessimo nulla del Vangelo”-

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L’INVECCHIAMENTO. – Il dr. Lissoni, con la solita chiarezza e piacevolezza, ci ha parlato, in un modo forse nuovo per molti, dell’invecchiamento, che impropriamente noi addebitiamo al passare del tempo.

La vecchiaia comincia quando cessa la capacità di apprendere e il suo processo è condizionato dalla genetica, dalla componente ormonale, dai fattori immunitari. Col passare degli anni cambia la conformazione delle cellule del nostro corpo e peggiora il funzionamento degli elementi che sono contenuti nelle cellule stesse.

Grazie al miglioramento delle condizioni di vita, l’invecchiamento interessa soprattutto la nostra specie; in natura gli esseri viventi solo eccezionalmente riescono ad invecchiare. Si comincia ad invecchiare già dopo la terza decade di vita e i primi organi a sentirne gli effetti sono il cuore e i polmoni. Erwin Schrodinger, premio Nobel per la fisica nel 1933, affermò che le leggi della meccanica quantistica spiegano anche l’invecchiamento delle cellule umane, infatti esso dipenderebbe dall’ ENTROPIA , che porta al progressivo disordine degli apparati e dei sistemi anche del nostro organismo. Secondo questa teoria, tutto tende a passare da una condizione di ordine a una di disordine; se gli oggetti non possono contrastare questo processo, l’uomo invece può farlo, cercando di mantenere l’ ordine degli apparati corporei.

Con la scoperta del DNA, gli studi sull’invecchiamento hanno avuto un nuovo impulso. Si è infatti riscontrato che quando termina la proliferazione cellulare, comincia il processo di invecchiamento e la funzionalità degli organi peggiora: ossa e muscoli si impoveriscono già a partire dai 35 anni. Nei muscoli si deteriorano di più le fibre bianche per cui si riduce la massa muscolare, ma l’attività fisica può contrastare la perdita di forza con la conseguente diminuzione del pericolo di cadute, e la prevenzione di diversi guai per la salute.