Costruiamo un pezzetto di pace.

Se fossi un ingegnere, credo che vorrei costruire ponti.

I ponti mettono in comunicazione mondi che sarebbero rimasti lontani ed estranei l’ uno all’ altro. Quando non ci si conosce ci si guarda con sospetto o con invidia , attribuendo all’ altro pensieri e intenzioni che sono solo il riflesso del nostro disagio, delle nostre paure. Ma se si può attraversare un ponte e imparare a conoscere chi sta dall’ altra parte , ecco che si capisce che quella che sembrava ostilità è solo difficoltà a decifrare una realtà nuova……

Il ponte principe per incontrare chi viene dall’ altra parte del fiume o dall’ altra parte del mare o dalla parte opposta del mondo è la possibilità di parlare, di capire e di farsi capire . Per questo anche quest’ anno sotto il patrocinio della Caritas di Erba riprenderanno i  corsi della “Scuola di italiano per stranieri”. Sono corsi gratuiti tenuti da volontari che regalano un po’ del loro tempo per costruire il ponte della comunicazione, che potrà permettere a chi è venuto da lontano di trovare più facilmente occasioni di inserimento. Anche questo è un modo per contribuire alla costruzione di un pezzetto di pace.

C’ è  bisogno di allargare la squadra dei volontari , per questo invito quanti , comprendendo l’ importanza di questa iniziativa, sentono di potersi unire alla nostra squadra. Non sono richiesti titoli specifici per l’ insegnamento , ma la buona volontà di mettersi al servizio di una iniziativa che vuole costruire la pace e la collaborazione nelle nostre comunità.

Spero che qualcuno in Erba e dintorni voglia accogliere questo appello e decida di venire alla riunione  di giovedì 11/9/14 alle ore 20,45 , presso la Casa della Gioventù di Erba .

Settembre per me….

Settembre per me , quando ero piccola, era il mese in cui seguivo mia madre che andava a lavorare per la raccolta delle mele o del mais o per la vendemmia nelle fattorie dei dintorni, poi è stato il mese dei compiti delle vacanze da finire e dei preparativi per il nuovo anno scolastico (primo fra tutti la ricerca dei libri di testo usati).

Da neo-diplomata , disoccupata, settembre era il mese in cui mi impegnavo nel preparare i ragazzi per l’ esame di riparazione: ricordo tanti volti e tante piccole storie che hanno riempito quei giorni.

Più tardi settembre è diventato il periodo in cui cominciavo a preparare il materiale didattico (soprattutto se sapevo di avere bambini delle prime classi) per l’ anno  che stava per cominciare. Quando infine è cambiato il calendario scolastico, settembre (o almeno la prima metà ) è diventato il mese delle riunioni infinite, delle programmazioni, dei progetti, delle lunghe dispute su orari e giorni liberi….in preparazione dell’ incontro con gli alunni.

Ora i supermercati che traboccano di zaini, quaderni, materiale scolastico vario, mi riportano indietro nel tempo e mi dicono quanto tempo è passato…

Due notizie ….per riflettere…

Ha fatto giustamente scalpore la notizia della lezione tenuta dal comandante Schettino alla Sapienza   e bene sta facendo il rettore a prendere le distanze da quell’ iniziativa a dir poco sconcertante…. Siamo d’ accordo: Schettino non è stato ancora condannato ed è logico ritenere che non sia stato il solo a sbagliare nella notte tragica dell’affondamento della nave da crociera Concordia , ma da questo a proporlo come modello educativo e di professionalità mi pare che ce ne manchi…. E mi spiace per i giovani universitari che si son visti proporre una simile iniziativa ….probabilmente il docente responsabile dell’ evento li stimava molto poco ….

C’ è un’ altra notizia che ha come protagoniste invece due ragazze di 20 e 21 anni. Sono andate in Siria, in una delle zone più calde del mondo , sia per la guerra civile sia per l’ avanzare del fanatismo di matrice islamica ( notoriamente poco indulgente con le donne che si espongono in pubblico- è di pochi giorni fa la condanna delle donne che sorridono in pubblico pronunciata da un viceministro turco) . Il motivo della loro spedizione è senz’ altro encomiabile ed esse meritano tutta la mia ammirazione. Tuttavia mi pare sia stato molto imprudente da parte di chi  ha autorizzato questa missione lasciare partire due ragazze così giovani da sole…….C’ è stato certamente un errore di valutazione  della situazione e una sopravvalutazione di quanto due ragazze ventenni  potessero fare per affrontarla…

Una bianca, uno giallo, una nera…

Alla scuola per stranieri, nella classe seguita da me, in questi giorni ci sono pochi studenti: forse qualcuno ha trovato lavoro, forse qualcun altro invece è partito in cerca di lavoro altrove o più semplicemente qualcuno preferisce fare altro vista la bella stagione.

Ieri erano solo in tre e questo ci ha permesso di parlare più liberamente tra di noi. Ognuno ha storie particolari da raccontare….

C’è S. , giovane mamma turca, che mostra, con gli occhi che le brillano di orgoglio, le foto  della sua bambina vestita  da principessa nel giorno di Carnevale. E’ una bambina veramente graziosa; nella foto appare insieme ad una sua amichetta e allora S. mi racconta che è la figlia di una sua amica che è morta recentemente all’ improvviso, lasciando il marito e tre figli. Il sabato e la domenica  S. ospita i bambini orfani a casa sua, per far loro sentire meno la mancanza della mamma.

C’è X., che viene dalla Cina. Lo credevo poco più che un ragazzino con quella sua faccina pulita e sempre sorridente. Ecco invece che scopro che è già padre di una bambina di cinque anni. Ora lei vive in Cina coi nonni, ma X.racconta, con quel suo linguaggio stentato e senza “R,” che a novembre andrà  a prendere la sua bambina per portarla qui: potranno vivere insieme !!! E la sua gioia è proprio evidentissima.

C’è poi S., che viene dal Senegal. E’ giovane e bellissima, con uno spiccato senso estetico, che traspare da come si veste, da come copre con eleganza i suoi capelli (è musulmana), da come ama ornarsi con bijoux di buon gusto. Grandi occhi dolcissimi e neri, pelle di luna, sorride spesso mostrando denti bianchissimi e regolari e intanto sulle guance le si disegna una simpatica fossetta . E’ qui da appena un anno, ma ha già imparato ad esprimersi abbastanza bene nella nostra lingua, anche se  gli articoli e le preposizioni fanno ancora brutti scherzi. Lei racconta che per venire  qui a scuola per le nove, deve prendere un pullman  alle 7.10  e aspettare poi più di un’ ora l’ inizio delle lezioni. Racconta anche che insieme a suo marito sta risparmiando i soldi per tornare in Senegal quest’ estate a riabbracciare le famiglie. E da come racconta si sente che questa è una cosa molto importante per lei.

Sono  proprio dei bravi ragazzi e nonostante le loro facce variamente colorate, penso che assomiglino tanto ai miei figli…

La strabomba.

La strabomba

Due giorni fa è morto Mario Lodi, un grande maestro di scuola. Per ricordarlo copio qui una delle sue belle favole….

LA STRABOMBA.

Nella sua fabbrica padron Palanca faceva le bibite con gli scarti del petrolio. Ma nessuno comprava quelle bibite perché erano nere e facevano venire il mal di pancia. Allora inventò un bel carosello per convincere la gente. Tutti bevevano e lui diventò ricco, ricchissimo, quasi come il re. I ricchi sono sempre amici dei re e anche padron Palanca lo diventò. Una sera andò a cena nel suo castello e gli disse: “Facciamo una grande guerra! Io ti costruirò la strabomba e tu mi darai cento stramilioni. Io diventerò il più ricco del mondo e tu il re di tutta la terra”.
“Bene” disse il re. “Ma come si fa convincere la gente a fare la guerra per noi?”.
“Ci penso io” disse padron Palanca. Diventò capo della TV e fece un telegiornale bello come carosello e tutte le sere diceva: “È bello combattere e morire per me e per il re”.
E la gente credeva alle sue parole bugiarde come beveva le sue bibite nere.
Intanto padron Palanca nella sua strafabbrica nuova costruiva la strabomba, gli aeroplani, i carri armati, i fucili, e tutto quello che occorreva per fare la grande guerra. E vendette tutto al re per cento stramilioni. Il giorno della guerra la gente, in piazza guardava sul teleschermo il re e il generale Palanca. Il generale diceva: “La guerra è incominciata. Fra poco vedrete l’aereo che sgancia la strabomba sul nemico che non sa niente. Noi siamo più forti e vinceremo. Viva me e viva il re”.

L’aereo era arrivato sulla città più grande del mondo. Il generale ordinò: “Butta la strabomba”. Il pilota guardò giù e vide i bambini che giocavano. E pensò: “se sgancio li ammazzo!” E volava, volava, sulla città che brillava al sole. E non ubbidiva.
“Butta la strabomba sul nemico!” Urlò il re arrabbiato.
Il pilota volava e diceva: “Vedo solo bambini e gente che lavora… il nemico non lo vedo… il nemico non c’è”.

Il re e il generale gridarono:” Sono loro il nemico! Sgancia e distruggili”. Ma il popolo e i soldati urlarono tutti insieme: “NO!”.
Urlarono tanto forte che il pilota li sentì. Allora tornò indietro, volò sul castello e disse al re: “La bomba la butto addosso a te!”.
Insieme al generale il re scappò e da quel giorno un’altra storia incominciò.
In tutta la terra una storia senza guerra.

Nella realtà ci sono molti re e molti padron Palanca e così sono tante le guerre che affliggono il mondo portando povertà, fame e sofferenze di ogni genere; purtroppo, invece, non ci sono tanti piloti che, prima di lanciare le strabombe , guardano giù….

Tra donne: politica estera…. spicciola….

Sono nell’ aula della scuola di italiano per stranieri e sto consultando un po’ di materiale didattico in attesa che arrivino gli “studenti”. Dopo un poco arriva L., una signora ucraina, e , sapendo che è da poco tornata dal suo paese dove è andata per Natale, chiedo:- Cosa sta succedendo nel tuo paese? Ho sentito brutte notizie!- L. risponde:– Sì, brutte notizie! Quasi guerra ! la gente è molto arrabbiata…. la gente non può sopravvivere…Questo governo non  aiuta la gente..

Nel frattempo arriva anche S., che viene dall’ Andalusia e chiede:- Ma c’ è una dittatura in Ucraina? Chi ha eletto questo governo?-

L. : – Ci sono state elezioni normali, ma hanno detto bugie; ad esempio: ti dicono che lì dove tu vedi un bosco , dietro c’è una città…..ma dopo elezioni tu vedi che c’è solo un bosco, niente è come ti avevano detto… In Ucraina al supermercato tutto costa come qui; però qui gli stipendi sono 800/1200 euro al mese, ma in mio paese stipendi sono 100 euro al mese!!! Non è possibile! Non è possibile sopravvivere…-

S. allora parla del suo paese e dice che anche in Spagna si può sopravvivere, ma punta il dito contro la corruzione……e io devo convenire che a questo riguardo qui da noi non è certo molto meglio….

 

 

 

Appello alle persone di buona volontà di Erba e dintorni.

Come ho già avuto occasione di raccontare, qui a Erba , alla Casa della Gioventù, funziona una scuola di italiano per stranieri grazie anche al sostegno della Caritas parrocchiale.  Gli insegnanti sono volontari, uomini e donne (in stragrande maggioranza), che si fanno intermediari tra culture diverse al solo scopo di dare una mano a chi è venuto tra noi a cercare  un’ opportunità, una possibilità di futuro.

I volontari sono casalinghe, insegnanti in pensione, impiegate/i; ognuno si mette in gioco e fa del suo meglio, ma ognuno ha anche una vita fatta di impegni familiari e professionali e a volte capita che eventi imprevisti  o anche prevedibili rendano più  difficile il proseguimento del volontariato intrapreso.

Per questo rivolgo un accorato appello a tutti quelli che hanno la bontà di leggere queste  pagine :  chi avesse la possibilità di rendersi disponibile per lavori di segreteria, per la sorveglianza dei bambini che le mamme portano con sè o anche per insegnare nelle varie classi è pregato di  recarsi alla Casa della Gioventù negli orari di lezione:

LUNEDI’                        dalle 20.45    alle 22.30

MERCOLEDI’               dalle    9          alle 10.30    e dalle  14.15   alle 16

GIOVEDI’                      dalle    9          alle 10.30    e dalle 20.45   alle 22.30

VENERDI’                      dalle  14.15    alle 16

Ringrazio fin da ora chi volesse rispondere a questo appello con generosità : non c’ è dono più bello che regalare il proprio tempo.

Aspiranti “olgettine”.

Baby-squillo….

Ne parlavo già ieri in questo post .html su ELDAS, ma oggi voglio puntualizzare un aspetto della vicenda delle ragazzine-doccia di Milano: frequentano tutte e otto scuole superiori private. Sono ragazzine contagiate dalla mentalità imperante, secondo la quale ogni cosa è lecita pur di ottenere ciò che si vuole, insomma delle aspiranti “olgettine” (le fanciulle reclutate per le feste di Arcore).

Le scuole private non hanno personale sufficiente per sorvegliare i bagni? O conviene chiudere gli occhi per non perdere qualche cliente ….  si sa che  ciò che conta di più è sempre il bilancio di fine anno e il guadagno dei soci o dei titolari dell’ istituto.

La mia esperienza mi dice che è sempre meglio affidarsi ai servizi pubblici sia per la scuola sia per la salute; non so se sia per tutti così

Dispersione scolastica.

Dispersione scolastica

Il primo titolo di ogni giornale riguarda questa mattina la decadenza di Berlusconi dalla sua carica di senatore, ma a me pare così strano che si possa dare tanto rilievo a una notizia che segna solo una tappa intermedia per far riconquistare un minimo di dignità alle nostre istituzioni, pertanto segnalo invece una notizia preoccupante che riguarda la scuola.
La dispersione scolastica in Italia è ancora a livelli intollerabili per un paese civile; la si rileva  non solo nelle scuole secondarie, ma anche nella scuola dell’ obbligo. Il fenomeno è più accentuato al Sud ed è certo favorito da condizioni ambientali molto sfavorevoli, come ad esempio la povertà delle famiglie che spesso mandano i figli piccoli a lavorare in nero , naturalmente, e magari anche alle dipendenze della criminalità.
Per risolvere questo problema pertanto non è sufficiente denunciare il fenomeno e chiedere alle autorità locali di far rispettare l’ obbligo scolastico, ma bisogna risanare il contesto sociale, creando opportunità di lavoro alla luce del sole e combattendo la criminalità.
Siamo anche in fondo alle graduatorie per numero di laureati (e , aggiungo io, facciamo scappare quelli che conseguono il titolo) e questo, dice l’ articolista, è il vero spread che ci distanzia dagli altri paesi della UE: come non essere d’ accordo?

Andando a scuola…

In queste mattine accompagnavo io a scuola il nipotino; il prefabbricato che sostituisce il vecchio edificio lesionato dal terremoto non è molto distante e lo si può raggiungere comodamente a piedi in meno di dieci minuti.

Quando ero piccola io, erano veramente rari i genitori che accompagnavano i figli a scuola: ci accompagnavamo l’ uno con l’ altro. Si partiva da casa coi figli dei vicini, poi il drappello aumentava di numero a ogni casolare, mentre una mamma o una nonna si affacciava sulla soglia e ci accompagnava per un po’ con lo sguardo .Camminando si chiacchierava , si scherzava, ci si divertiva; ci si conosceva tutti e ci si fidava l’ uno dell’ altro.

Ora invece anche in questo piccolo centro ogni bambino viene accompagnato fino al cancello della scuola da un adulto, che molto spesso non ha tempo da perdere, nè ha tanta voglia di scherzare.

Davanti ai cancelli però i bambini si prendono la loro rivincita e si cercano, si chiamano, formano capannelli, giocano tra di loro. Da un paio di mattine c’ è poi un’ attrazione insolita: una bambina porta con sè un coniglietto a pelo lungo tenendolo al guinzaglio.Tutti lo vogliono toccare o tenere in braccio almeno per un po’ e il povero coniglio non vede l’ ora che suoni la campanella.

 All’ apertura  del portone tutti  salutano il loro accompagnatore ed entrano …. ci sono  molti bambini stranieri (cinesi e pakistani) che in genere si tengono un po’ in disparte e mi fa una certa pena vedere bimbe, anche delle prime classi , avvolte nel tradizionale “hijab” (il velo che lascia scoperto il volto) : quel velo, che non può essere frutto di una scelta a quell’ età, mi pare faccia presagire una difficile ( e forse nemmeno voluta) integrazione.