Pensando ad Amalia.

Stamattina ho partecipato al funerale della sorella di una carissima amica. Sono entrata in chiesa  in anticipo e c’ erano solo pochi parenti. Li ho salutati, ho fatto le condoglianze e mi sono seduta in attesa dell’ inizio della cerimonia. Guardavo la bara e pensavo a chi ci era chiusa dentro: una vecchietta di 93 anni, dei quali ben 63 trascorsi in un convento di clausura vicino a Roma sotto il nome di suor Amalia e mentre recitavamo il rosario pensavo a quanti miliardi di rosari avrà  recitato Amalia in vita sua, quante ore passate in preghiera …..  quante privazioni, se si possono chiamare privazioni le rinunce a tante cose superflue che spesso ci appesantiscono e opprimono….

Eppure ognuno che l’ ha ricordata, durante la cerimonia funebre, ha sempre posto l’ accento sul suo sorriso, sulla sua serenità contagiosa, sulla sua gioia di vivere…..ecco quello che colpisce di più: non tanto la scelta quasi folle di rinchiudere la propria giovinezza in un convento, ma il vivere questa carcerazione volontaria nella gioia….come in un anticipo di Paradiso, come se la propria scelta avesse fatto scattare un “pass” speciale per vivere nella Gerusalemme Celeste pur continuando ad appartenere alla  terra.

Questa serenità , questa gioia, sono caratteristica comune alle comunità claustrali e rappresentano una misteriosa e destabilizzante provocazione per noi comuni mortali….

Una sera a teatro : “Fuori misura”

“Fuori misura” con Andrea Robbiano è lo spettacolo che è andato in scena stasera al teatro Excelsior di Erba.  Un solo attore impersona quattro ruoli diversi per raccontare la storia di Leopardi e ricordarne alcune poesie.

La trama è semplice: un ragazzo laureato a pieni voti in lettere e filosofia si trova a lavorare in un call-center, ma il suo desiderio è insegnare e un giorno il suo portinaio e amico Selim, un marocchino saggio e un po’ poeta, gli comunica che gli è stata assegnata una supplenza e dovrà spiegare ai suoi allievi le poesie di Leopardi. Il neo-prof si sente tremare le vene ai polsi: la sua inesperienza non lo farà soccombere davanti alla difficoltà di presentare il più grande dei poeti? Queste sue preoccupazioni danno lo spunto a momenti di vero divertimento, che si alternano a momenti di commozione quando sulla scena rivivono le sofferenze fisiche e morali  del poeta; alla fine il giovane professore  riuscirà nella non facile impresa e concluderà la sua lezione recitando in maniera mirabile la poesia più bella ” L’ infinito”

L’ interprete del recital è stato bravissimo, direi quasi geniale, e  il pubblico, diventato la sua classe immaginaria, ne è stato affascinato.

Il fatto che questo spettacolo venga replicato due volte per le scuole e che questa sera la maggioranza del pubblico presente fosse costituito da giovani e giovanissimi mi pare di buon auspicio per il futuro.

Copio qui il testo de “L’ infinito”

« Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare. »

UTE: poesia dialettale e Nuova Fisica.

POESIA DIALETTALE: Oggi il dr. Ghioni ci ha illustrato l’ opera di un poeta erbese: Gianfranco Mauri (1928-2000), noto forse più come attore che come poeta. Lavorò infatti con Strehler, che conobbe nel 1955 in occasione dell’ allestimento dello spettacolo ” Al nost Milan” : al regista occorreva un brianzolo e trovò in Mauri quello che andava cercando. Da allora Mauri lavorò sempre al “Piccolo” di Milano.

Il sig. Gottardi, che come sempre affianca  il dr. Ghioni, ci ha letto con la solita maestria alcune composizioni :  UL me marcàa – Negozi -Masigott – 25 Aprile. Da esse traspare tutto l’ amore del Mauri per la sua città, per le sue montagne, per la sua gente e per le tradizioni locali, amore non disgiunto da un’ affettuosa ironia.

E’ stato fatto poi un accenno a un altro poeta cittadino , Alberto Airoldi, ma per mancanza di tempo l’ argomento verrà ripreso nel prossimo incontro.

La lezione è stata apprezzatissima da tutti i presenti.

____________________________________________________________

La NUOVA FISICA : come la nuova fisica può risolvere il problema dell’ alimentazione della Terra. (docente: prof . Damiani)

l' uomo deve esserne il custode e il responsabile...

Alimentare il pianeta non è solo una questione di quantità di cibo .

Le nuove teorie ecologiste  affermano che tutti gli esseri viventi (umani e non umani) e i fenomeni naturali formano un tutt’uno. L’ uomo non deve sfruttare la Natura, ma, essendo una risorsa per la Natura, deve porsi al suo servizio, deve esserne il Custode e il Responsabile. Nessun organismo può esistere in modo isolato: uomini e animali dipendono dalla fotosintesi delle piante, che dipendono a loro volta da microorganismi e costituiscono un sistema unico. Anche ogni uomo è un bioma , visto che ospita miliardi di microorganismi.

Da quanto detto si evidenzia la necessità di un’ ecoalfabetizzazione , che renda tutti consapevoli delle linee – guida da seguire per costituire comunità umane consapevoli : tecnologie basate su conoscenze ecologiche – varietà di colture da ruotare – non sradicare insetti infestanti – non utilizzare fertilizzanti chimici .

Nessuna forma di agricoltura può nutrire il mondo se continuiamo a fare affidamento sulla continua espansione delle richieste dell’ umanità.

L’ attualità dell’ argomento visto l’ avvicinarsi dell’ EXPO e l’ esposizione appassiona e appassionante del nostro docente , fisico/poeta, hanno catturato l’ attenzione e l’ interesse dei presenti

 

 

9 marzo 1842.

Centosettantatre anni fa, il 9 marzo dl 1842, debuttava a Milano l’ opera “Nabuccodonosor” di Verdi

QUI potrete trovare molte notizie sull’ opera e sul suo autore. Gran parte del successo (che dura ancora oggi) del “Nabucco” è dovuta alla magia  del coro  “Va pensiero” in cui gli Ebrei prigioneri in Babilonia ricordano con struggente nostalgia la loro terra lontana.

Ne ho trovato una bellissima interpretazione diretta dal maestro Muti. Val sempre la pena di riascoltarlo:

Una sera a teatro: Tre donne in cerca di guai.

Ieri sera al teatro “Fumagalli” di Cantù è andata in scena la commedia “3 donne in cerca di guai” interpretata da Iva Zanicchi, Barbara Bouchet e Corinne Clery.

La trama è presto detta:  tre donne non più giovani si trovano a vivere insieme per vincere la loro solitudine.Ci sono anche due giovanotti che vivono accanto a loro e che danno lo spunto per situazioni comiche, ma di una comicità piuttosto facile, direi, una comicità che ricorre a qualche parolaccia e a qualche situazione grottesca.

Le tre interpreti non hanno demeritato, anche se a volte sono state un po’ eccessive.

Lo spettacolo ha l’ unico merito di far passare due ore spensierate, ma a me non è piaciuto come sono stati delineati i tre personaggi femminili, il cui unico interesse parrebbe essere la ricerca di un uomo , meglio se giovane , bello e aitante.  Mi son piaciuti di più i due personaggi maschili, anche se pare che oggi sia dilagante negli spettacoli cinematografici e teatrali il tema dell’ omosessualità, che si vorrebbe far passare come rapporto d’ amore privilegiato, superiore a ogni altro tipo di amore…e questo ( con tutto il rispetto che si deve alle scelte di ognuno) non mi pare una tesi condivisibile.

 

UTE: digiuno e sostenibilità.

Attingendo dal “De Elia” di Sant’ Ambrogio, Don Ivano Colombo ci ha parlato del digiuno come pratica  di penitenza e purificazione comune a molte religioni e , nel contempo, ci ha fatto scoprire come nella Milano di quei tempi si praticasse il vizio della gola. Nelle case dei ricchi la preparazione dei banchetti metteva in subbuglio tutta la servitù alla ricerca dei cibi e dei vini migliori e meraviglia il fatto che si parli di pesce di mare: come poteva arrivare fino a Milano?

Sant’ Ambrogio intendeva, col suo elogio del digiuno, invitare i suoi concittadini alla temperanza e alla sobrietà, invito che possiamo ritenere valido anche per la nostra società odierna.

______________________________________________________________

Fisica :  La Fisica della complessità genera la sostenibilità nelle relazioni con l’ ambiente.

Il prof . Damiani prende spunto  da questo apologo:

Nel marciapiede c’è una profonda buca. Ci cado dentro. Mi sento perduta… impotente. Non è colpa mia. Per trovare il modo di uscire mi ci vuole tantissimo tempo.

Sto camminando per la medesima strada. Nel marciapiede c¹è una profonda buca. Faccio finta di non vederla. Ci cado dentro di nuovo. Non posso credere di trovarmi ancora nella medesima situazione. Ma non è colpa mia. Per trovare il modo di uscire mi ci vuole ancora molto tempo.

Sto camminando per la medesima strada. Nel marciapiede c’è una profonda buca. Mi accorgo che c’è. Ci cado dentro… è un’abitudine. Ma ora ho gli occhi aperti. So dove sono. E’ colpa mia. Esco subito..

Sto camminando per la medesima strada. Nel marciapiede c’è una profonda buca. Ci giro intorno.Scelgo un’altra strada.

L’ imperativo da seguire è: cambiare le nostre abitudini. Le risorse comuni sono soggette a scarsità ( vedi La tragedia dei beni comuni), visto l’ aumento della popolazione mondiale e quindi i nostri comportamenti devono essere coerenti con la sostenibilità del sistema in cui viviamo.

L’ umanità possiede le risorse necessarie per produrre uno sviluppo sostenibile: soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle prossime generazioni di soddisfare i propri.

 

Foto con balilla, per auguri….

Oggi mia sorella compie gli anni . E’ in Thailandia da tanto tempo, ma qui nessuno di noi l’ ha dimenticata . Nel farle tantissimi auguri perchè possa continuare a lungo a portare avanti la sua missione , le chiedo se invece lei si ricorda della foto qui a lato. Quanti anni sono passati? Forse più di 60 …… Bella la Balilla che si vede sullo sfondo, forse una delle poche auto che allora circolavano in paese. Tanti cari auguri, Vanna, da tutti noi, con la speranza di poterci riabbracciare presto.

Giovanni, cuor contento.

Giovanni ha tredici mesi ed è un bimbo dolcissimo: sempre pronto a sorridere, sempre interessato a sperimentare nuovi modi di interagire coi suoi giocattoli e mentre li studia attentamente continua a “parlare” o a “cantare” a suo modo: emettendo gorgheggi e balbettando le parole che conosce.

Ama molto la musica e si mette a ballare seguendo il ritmo dei motivi prodotti dai suoi giocattoli o quello delle canzoncine che gli vengono cantate. Ieri facev rotolare una pallina, poi andava a recuperarla gattonando e al mio invito la dava a me che gli dicevo “grazie!” Questa parola gli piaceva molto e per farsela dire ha ripetuto tante volte questo gioco.

La storia ricorda un Giovanni senza terra, un Giovanni dalle bande nere, un Giovanni senza paura e innumerevoli altri Giovanni  variamente denominati; il nostro viene spesso chiamato dai nonni “Giovanni cuor contento”….e speriamo che lo si possa sempre chiamare così…

 

Ute: medicina e poesia dialettale.

Medicina: Anche i denti invecchiano.

Il dr. Rigamonti e il dr. Moscatelli (odontoiatra) ci hanno parlato delle malattie che minacciano i nostri denti e dell’ importanza della prevenzione, basata principalmente sulla cura dell’ igiene, su un’ alimentazione corretta e su controlli periodici regolari. Oltre a questo è possibile prevenire danni ai denti con la Fluoroprofilassi e con la sigillatura dei solchi.

Poesia dialettale: La Divina commedia  (tradotta da Paolo Elia Sala)

L’ idea di tradurre la Divina Commedia in dialetto brianzolo potrebbe sembrare quantomeno bizzarra e invece ascoltando i versi di P.E. Sala ci si accorge come sia possibile rendere il significato e lo spirito dei versi di Dante con una fedeltà .e una “grazia” sorprendenti per un dialetto che parrebbe molto duro , quasi rude…

Non  ho trovato la versione dialettale, perciò riporto qui la versione in italiano di uno degli episodi che sono stati letti per noi (in modo magistrale come sempre) dal sig. Gottardi e commentati con la consueta passione e competenza dal prof. Ghioni.

L’ episodio è quello del trovatore Sordello: questi si commuove al sentire che anche Virgilio viene dalla sua città, Mantova, e solo in nome dell’ amore per la propria città i due si abbracciano. Dante allora si lancia in un’ invettiva feroce contro l’ Italia sempre divisa e sempre terra di lotte feroci tra quelli che dovrebbero sentirsi invece fratelli.

Ecco  come Dante descrive l’ incontro tra i due poeti:

Ma vedi là un’anima che, posta sola soletta, inverso noi riguarda: quella ne ‘nsegnerà la via più tosta». Venimmo a lei: o anima lombarda,come ti stavi altera e disdegnosa e nel mover de li occhi onesta e tarda! Ella non ci dicea alcuna cosa,ma lasciavane gir, solo sguardando a guisa di leon quando si posa. Pur Virgilio si trasse a lei, pregando che ne mostrasse la miglior salita; e quella non rispuose al suo dimando,ma di nostro paese e de la vita ci ‘nchiese; e ‘l dolce duca incominciava «Mantua…», e l’ombra, tutta in sé romita,surse ver’ lui del loco ove pria stava, dicendo: «O Mantoano, io son Sordello de la tua terra!»; e l’un l’altro abbracciava.

Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!