Galleria d’ arte.

Siamo andati a Chelsea alla Saatchy Gallery, uno spazio espositivo in cui si entra gratuitamente. Naturalmente tutto trasudava eleganza come il quartiere circostante e  tra le opere esposte alcune erano piuttosto inquietanti.

In una sala che rappresentava un formicaio, una turista presumibilmente giapponese, camminando all’ indietro per cercare la migliore inquadratura per una foto, ha fatto cadere a terra una delle enormi formiche appese alle pareti , danneggiandone le zampe.  Si tratta certo di vandalismo involontario, ma in certe situazioni la goffaggine non dovrebbe essere ammessa…

Ecco alcune delle opere esposte:

Composizione floreale fatta con carta da giornale !!! Incredibile!!
L' umnità verrà sepolta dai propri rifiuti (mia interpretazione)
Si può morire di troppa informazione, per voler sapere troppo? (questa è la domanda che misono fatta io davanti a quest' opera)

A spasso per foto….

Ieri a Greenwich c’ era moltissima gente e il piazzale davanti alla Cutty Sark era pieno di bancarelle . La giornata era calda e soleggiata e molta gente si soffermava davanti al Tamigi a godersi i venticello tiepido che veniva dal mare. Io e Samu ci siamo misurati a vicenda i tempi di percorrenza sui marciapiedi attorno alle aiuole e poi ci siamo dati alla fotografia…Mi dicono che il motivo della presenza di tante bancarelle è la prossima “regata” che si terrà nelle acque del Tamigi davanti a Greenwich.

Chi volesse saperne di più del Cutty Sark, può cliccare QUI.

La Cutty Sark andata a fuoco qualche anno fa e perfettamente ricostruita.
Samu ed io davanti alla Cutty Sark.

 

FORSE…….

Leggendo questo articolo di “Avvenire” mi son sentita ribollire il sangue.

Lo sappiamo tutti da anni come vengano sfruttati i lavoratori nelle campagne durante i periodi dei vari raccolti e qui, sia il parroco, sia il sindacalista, dicono che è arrivato il momento di intervenire !!!!!

Solo ora? Solo perchè ci sono vittime italiane? E il trattamento da schiavi di quelli che vengono tenuti in condizioni disumane sia sul lavoro che nelle squallide sistemazioni cui si devono adattare ….non conta nulla e non ha mai contato nulla?

Il parroco e il sindacalista non sono mai andati a vedere cosa succede in quelle aziende agricole? Se lo avessero fatto si sarebbero accorti da tempo che FORSE QUALCOSA non andava per il verso giusto.  Ma FORSE è troppo scomodo infastidire chi lucra sul sangue della povera gente……

Ieri in un altro articolo di “Avvenire” veniva intervistato un magistrato che parlava di difficoltà nelle indagini, data l’ ” OMERTA’ ” dei lavoratori , che non vogliono perdere il poco guadagno che resta nelle loro tasche nè esporsi alle vendette dei loro sfruttatori.

E’ incredibile!!!!

Anche quel magistrato potrebbe fare ogni tanto un giro per le campagne, magari dandosi il turno col prete e col sindacalista e non ci sarebbe bisogno di altre testimonianze….

FORSE conviene a troppi fare finta di niente …..

 

Insegnanti con la valigia.

In questi giorni si parla molto di insegnanti e del problema delle nomine che comportano spesso notevoli disagi per chi si vede costretto a spostarsi o a rinunciare al posto tanto a lungo atteso.

Bisogna dire che gl’ insegnanti sono sempre stata una categoria con la valigia in mano per buona parte della loro carriera (??!!?) scolastica.

Io ricordo che a 23 anni , dopo aver svolto vari lavori non sempre pagati e naturalmente in nero, in seguito alla vincita di un concorso, mi  sono vista offrire  il posto da insegnante in uno sperduto borgo  sull’ Appennino Emiliano.

Eravamo nel 1969 e le strade per raggiungere Cavola di Toano, per un buon tratto ricordavano le strade del vecchio Far West: polverose e piene di buche. In una sera di nebbia mi sono vista spuntare davanti al fanale di sinistra l’ erba che cresceva sul ciglio del burrone sottostante: naturalmente non c’ era guard rail nè tanto meno nessuna segnalazione del pericolo.

Insieme a me c’erano due non più giovanissimi vincitori di concorso che venivano dalla bassa come me e come me avevano trovato sistemazioni provvisorie nelle case della frazioncina; l’ unica insegnante di vecchia nomina era una carissima collega profuga giuliana, che aveva trovato ospitalità nella zona dopo la sua fuga dall’ Istria e lì aveva sposato un giovane della zona. Ricordo con particolare “affetto” quei giorni pieni di paura di sbagliare e di entusiasmo, condiviso coi colleghi. Con essi facemmo una sperimentazione di classi aperte ante-litteram, molti anni prima che se ne parlasse nelle riviste o nei convegni.

Per ragioni di famiglia, mi sono poi spostata al nord  in sedi di volta in volta diverse e sempre ho avuto colleghi che venivano da lontano , che accettavano sistemazioni provvisorie e precarie e non erano tutti senza famiglia.

L’ anomalia delle nomine di questi giorni è che chi viene inviato lontano da casa molto spesso non ha mai sperimentato il “nomadismo” nei primi anni di insegnamento, ma lo deve affrontare in età matura.

Del resto se lo Stato deve assicurare a tutti i bambini il diritto allo studio, deve mantenere aperte anche sedi disagiate e a coprirle , si sa, sono sempre gli ultimi arrivati. E’ anche risaputo che da sempre i posti vacanti sono più al nord che non al sud ….forse si poteva ricorrere a graduatorie regionali, ma al nord sarebbero comunque rimasti posti vacanti e molti insegnanti del sud non avrebbero ottenuto una sede….il problema non è certo di facile soluzione….

Armi letali: due!

Delle tartarughe Ninja avevo sentito parlare da molto tempo, ma devo dire che (chissà perchè???) non avevo mai sentito il bisogno di approfondire l’ argomento.

Ma ci ha pensato Samu a colmare questa mia grave lacuna culturale e mi ha anche convinta a partecipare alla costruzione delle loro armi letali: le Ninja’s stars. Nella  prima fase abbiamo scelto  due fogli di colore diverso; poi ci siamo sistemati a terra sopra una coperta, con l’ iPad vicino , perchè era da lì che dovevano arrivare le istruzioni per eseguire il lavoro. Seguendo passo passo le immagini (io) e le istruzioni (Samu) abbiamo cominciato a tagliare e piegare, poi piegare di nuovo, poi incrociare i pezzi di carta e alla fine siamo riusciti a realizzare due fiammanti e potentissime ninja’s stars. Che soddisfazione  (e che ossa rotte!)

Siamo subito usciti in cortile per metterle alla prova, ma chissà perchè quando le tiravo io sembravano molto meno “letali” di quando le tirava Samu….qualcuno potrebbe pensare che sono un po’ imbranata come nonna- ninja, ma non ci credete…deve essere stata colpa del vento che soffiava in senso contrario…..La solita sfortuna!!!!

Musei: vita nuova?

Naturalmente le nomine dei nuovi direttori dei principali musei italiani stanno suscitando le solite polemiche, però leggendo l’ articolo di “Libero” (linkato qui sopra) si può capire che le modalità di reclutamento sono state corrette.

La critica punta  sul fatto che siano stati nominati troppi stranieri, ma se, come sembra , sono persone di alta professionalità, credo che possiamo solo ritenerci soddisfatti. Forse, visto come gli stranieri sanno valorizzare a casa loro i pochi beni artistici e culturali di cui dispongono e visto come riescono a farli diventare fonte di occupazione e di reddito, c’ è da ritenere che finalmente i nuovi nominati possano dare il giusto rilievo al nostro immenso patrimonio artistico, che noi troppo spesso trascuriamo e non sappiamo sfruttare a dovere.

Certo ora è presto per giudicare, ma il tempo dirà se la scelta del ministro Franceschini (che mi pare stia ben operando senza troppi clamori – a Milano e dintorni , forse anche in concomitanza con l’ EXPO, non si sono mai viste tante iniziative culturali) è stata quella giusta, quella “della svolta”, come lui stesso l’ ha definita. Nel frattempo non ci resta che incrociare le dita, augurare buon lavoro ai nuovi direttori e sperare che per mezzo loro i nostri beni culturali diventino un asse portante della ripresa di questo nostro arrancante paese.

Quando non c’ erano i droni…

Bello  questo articolo che ho trovato su la “27^ 0ra”: è il racconto delle ansie, dei timori e dei batticuori di un genitore alle prime uscite serali del figlio adolescente.

Solo chi non ha avuto la fortuna di avere figli non conosce l’incubo delle lunghe attese notturne, quando resti col cuore in gola , il fiato sospeso e l’orecchio teso ad avvertire ogni piccolo rumore che possa annunciare il rientro di chi stiamo immaginando alle prese con tutti i peggiori mostri che la nostra mente può creare.

Ora almeno ci sono i cellulari che consentono di essere in contatto in ogni momento, ma una volta , quando i miei figli erano adolescenti, non c’ era altra possibilità che aspettare ….e pregare.

L’ autore dell’ articolo vorrebbe avere un drone a disposizione per seguire passo passo le mosse del figlio; quando non si sapeva ancora cosa fosse un drone, ci si augurava che qualche angelo buono proteggesse i nostri ragazzi e ci si allenava a fidarsi della Provvidenza.

Appunti di viaggio.

Chi viene a Milano all’ EXPO , spero non passi dall’ aeroporto di Linate: i servizi igienici sono tenuti malissimo e credo che i nostri ospiti si farebbero un’ idea poco lusinghiera del nostro paese.

A parte questo il viaggio è andato bene, anche se avendo fatto il check -in all’ultimo minuto, mi son vista assegnare proprio l’ ultimo posto dell’ ultima fila. All’ arrivo a Gatwick (aeroporto che dimostra tutti i suoi molti anni di vita ), sono rimasta colpita dalla enorme quantità di ragazzini e bambini in attesa al posto di polizia per il controllo dei documenti. Credo si trattasse di scolaresche che d’ estate invadono Londra e i suoi college per quei corsi di full-immersion nella lingua, che non so quanto siano utili, ma sono tanto di moda.

A casa abbiamo trovato la bella pagella di Samu e una richiesta di autorizzazione per una nuova pubblicazione della sua storia sul ladro pasticcione.

Ieri sera faceva freddo, ma oggi c’ è un bel sole……..speriamo che duri…

Un dibattito di mezza estate.

Da tre giorni sto dibattendo su facebook sul problema del costo di certi giocattoli.

I miei nipotini sono stati qui da me per un po’ di giorni e volevo che potessero riportare a casa un qualche cosa che ricordasse loro questi momenti. Li ho portati al supermercato che ha il più vasto assortimento di giocattoli della zona.

Le scelte dei nipotini si concentravano però su un reparto particolare: quello dei mostri componibili della Lego. econ mio grande sconcerto son venuta a scoprire che esistono confezioni  da 30, 40, 80, 180 e più euro!!!!

Per me era immorale spendere tutto quel danaro per un giocattolo e me ne sono venuta via senza comprare nulla tra le proteste dei due bambini, spiegando loro che con quei soldi il bambino africano che seguo ci campa sei mesi.

Ho parlato dell’ immoralità, a mio parere, di questo tipo di giocattoli su facebook e ne è nata una lunga discussione. Alcuni dichiaravano che davvero prezzi tanto esorbitanti creano come minimo una discriminazione tra chi può permetterseli e chi non può. Altri facevano rilevare come fosse compito dei genitori dire dei no, anche per educare i figli a scelte responsabili e non crescere degli smidollati che ritengono che tutto sia loro dovuto, e a questo fine si faceva notare l’ importanza del colloquio continuo coi propri figli.

A qusto punto sono andata sulla pagina facebook della Lego e ho scritto le mie critiche, aggiungendo che certi articoli andrebbero commercializzati non come giocattoli , ma come oggetti da collezione in un reparto a sè. Allora ha avuto inizio un accesissimo dibattito tra me e due che ritengo fosseo i curatori della pagina .

La prima bordata verteva sul fatto che nessuno punta una pistola alla tempia per far acquistare certi articoli e che tra le mani oggi i bambini hanno comunque telefonini e play station anche più costosi dei giocattoli Lego. A questa argomentazione ho risposto che erano condannabili tutte quelle spese improntate al consumismo più sfrenato.  Poi una signora ha posto l’ accento sulla “creatività” dei giochi Lego, ma io ho fatto notare che i vecchi mattoncini lego avevano questo valore educativo, ma che questi nuovi kit insegnano solo a seguire degli schemi , poi i bambini lasciano le costruzioni ultimate sugli scaffali a riempirsi di polvere. Infine mi è stato detto che il come commercializzare i prodotti non dipende dalla Lego e che non farebbe ALCUNA DIFFERENZA ESPORLI IN REPARTI A LORO RISERVATI : a questo punto ho replicato che chi stava affermando questa sciocchezza sapeva benissimo l’ importanza della dislocazione delle merci nei punti vendita e che non mi si potevano raccontare storie.

Stamattina ho cercato di rintracciare questa conversazione sulla pagina della Lego, ma è stata oscurata per lasciare solo una traccia del mio primo intervento.  Questo è il segno più evidente che l’ attuale commercializzazione è dettata dalla più bieca speculazione sui bambini e sull’ amore che i genitori hanno per i loro figli, perchè se il più delle volte è  facile dire dei no educativi, lo è molto meno quando ci sono altri problemi a complicare la vita, siano essi di tipo familiare o di salute o altro……

 

 

Il dolore che tace….

Il dolore è ancor più dolore se tace. (G. Pascoli)

Ho trovato questa citazione , non so quanto sia attendibile, cioè se veramente sia da attribuire a Giovanni Pascoli, ma indipendentemente dall’ autore, mi pare dica una cosa molto vera.

Il dolore che riesce a trovare le parole e i gesti per esprimersi  e per essere condiviso, diventa più sopportabile.

Il dolore che non vuole manifestarsi, per la paura di svelare la propria vulnerabilità, si ritorce su se stessi e diventa un pugnale che affonda sempre di più nel cuore. Bisognerebbe sempre offrire al nostro dolore la possibilità di farsi confortare.