UTE: Omaggio a Puccini.

con Illica
Illica e Puccini

Oggi alle 16 in Sala Isacchi ha avuto luogo un evento straordinario: il m. Alessandra Zapparoli  ci ha introdotto alla comprensione dell’opera lirica, guidandoci a individuare le tecniche musicali adottate da Puccini per “rivestire di note” le parole sempre belle di Luigi Illica nelle opere di Bohème, Tosca e Butterfly.

Il maestro al pianoforte evidenziava i momenti espressivi più intensi poi il soprano Silvia Conti eseguiva dal vivo il brano che si stava analizzando; il tutto era completato dai bellissimi filmati montati ad hoc dal prof. Francesco Pintaldi.

In questo modo abbiamo potuto apprezzare, come forse mai prima d’ora, la bellezza di brani già sentiti tante volte, ma mai assaporati fino in fondo : la freschezza di Mimì che si presenta in tutta la sua semplice sincerità, l’appassionata preghiera di Tosca piena di dolore , l’insensata illusione di Butterfly che vuole ad ogni costo aggrapparsi a una speranza che appare vana a tutti tranne che a lei, la dolcezza del coro a bocca chiusa che suona come una tragica, dolcissima ninna-nanna.

Alla fine tutti i presenti hanno indirizzato la proverbiale “standing ovation” sia al maestro Zapparoli per la sua dotta  lezione, sia al soprano Silvia Conti che si è cimentata in una prova di grande difficoltà, dovendo eseguire i vari brani interrompendosi di volta in volta per lasciare spazio alle spiegazioni del maestro. Un particolare plauso va anche al coro e al prof. Francesco Pintaldi per i filmati che prepara appositamente per le lezioni dell’UTE.

Purtroppo la paura della neve e del ghiaccio ha tenuto lontani dall’UTE molti soci, che non hanno potuto così vivere un momento di grande intensità e bellezza.

UTE: la donna in famiglia e nel lavoro.

Nella prima ora di lezione , oggi il dr. Cossi ci ha fatto un esaurientissimo escursus sui cambiamenti che la famiglia  ha subito dal dopoguerra ad oggi.

Il primo fenomeno analizzato è quello della denatalità, registrato in tutti i paesi sviluppati del mondo , che da noi e in Spagna si è manifestato in ritardo rispetto ad altri paesi, ma che è stato molto violento. Molto eclatante è anche l’aumento dei figli nati fuori dal matrimonio, che in certi paesi del nord-Europa raggiungono il 45-50%, anche perchè ci si sposa molto meno, mentre aumentano le convivenze (in Svezia l’85% dei giovani sotto i trent’anni opta per la convivenza).. Contemporaneamente aumentano i divorzi, che diventano sempre più precoci e aumentano le famiglie monoparentali.

Per quanto riguarda il lavoro delle donne, dopo la ricostruzione post-bellica le donne entrano nel mondo delle fabbriche e dei servizi, ma il loro lavoro viene pagato meno di quello degli uomini a parità di mansioni e questa discriminazione dura tutt’ oggi. Spesso la donna che lavora si deve sobbarcare , come sempre, anche la cura dei figli e della casa e finisce col lavorare il doppio dell’uomo

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Letture : L’arte di essere fragili.

Di Alessandro D’Avenia avevo già letto il suo romanzo “Bianca come il latte, rossa come il sangue”, che ho regalato a mia nipote Elisa per Natale e “Ciò che inferno non è”.

Questo altro libro , a mio avviso è molto meno coinvolgente anche per il tema trattato : Leopardi, la sua fragilità e la bellezza della fragilità. Non vorrei essere cattiva, ma mi pare uno di quei libri che gli scritori che hanno riscosso successo con le loro opere sono poi costretti a scrivere per contratti stipulati con la casa editrice, che vuole sfruttare al massimo l’onda favorevole. Bisogna tuttavia riconoscere all’autore una notevole bravura nel creare pagine veramente belle….come quella  di cui copio qui di seguito un breve brano….

Caro Giacomo (si intende Giacomo Leopardi),

un giorno assolato, all’ombra di un albero immesno, che ci riparava con la sua ombra buona, una studentessa mi chiese per cosa spendo la mia vita. Io le risposiporgendole un fiore di campo, una margherita piccolissima: ” Per difendere la bellezza delle cose fragili”.

Viviamo in un’epoca in cui siamo titolati a viveresolo se perfetti.Ogni insufficienza, ogni debolezza, ogni fragilitàsembra bandita. Dalla terra degli sbagliati scampano temporaneamente quelli che mentono a se stessi costruendo corazze di perfezione, ma c’è un altro modo per mettersi in salvo ed è costruire, come te, un’altra terra, fecondissima, la terra di coloro che sanno essere fragili. La leggerezza degli uccelli dipende proprio dal peso delle loro ali: è una leggerezza forte, non frutto di superficialità, ma di aspra lotta. Tu hai vissuto in un corpo dalle ali pesantissime e ti sei librato più leggero di tutti, per tutti farci volare.

Impronte sulla neve.

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Il nostro cortile condominiale, un tempo pieno di grida di bambini, ora è spesso malinconicamente silenzioso e vuoto. Per questo deve essere stato scelto come dimora ideale da una famigliola di scoiattoli, che sempre più spesso si mostra tranquillamente mentre va alla ricerca di cibo andando su e giù per gli alberi. Stamattina ne ho visti due sgattaiolare in fretta tra un albero e l’altro, lasciando sulla neve le loro piccole impronte. Sono scoiattoli grigi, quelli che stanno facendo scomparire gli scoiattoli rossi nostrani, sono invasori…..ma sono ugualmente molto carini e simpatici.

Adolescenti e genitori.

Non posso credere che un un figlio arrivi a progettare di uccidere il padre e la madre senza aver dato prima segnali di grave turbamento.

E’ vero che l’adolescenza è l’età più difficile nel corso della vita, è   vero anche che spesso i ragazzi si chiudono a questa età e che diventa arduo capire i loro sentimenti, le loro paure, le loro angosce, ma se le parole diventano inutili, credo che sia sempre possibile “leggere” altri segnali di disagio….i segnali che vengono dal comportamento, dagli atteggiamenti, dalle compagnie frequentate …..E una volta colti questi segnali , possibile che non si possa fare nulla?

Ma forse un genitore sottovaluta il disagio del figlio (o della figlia) perchè lo vede sempre frapponendo fra sé e la persona che gli sta davanti , l’immagine di quel bimbo fragile e dolce che ha tenuto tra le braccia tante volte…..o forse, peggio, i genitori troppo presi dal “tirare avanti la baracca” non riescono a capire la muta richiesta di aiuto che a un certo punto i figli rivolgono loro, magari mascherata da atti di ribellione aperta ….

Quello dei genitori è sempre stato il mestiere più difficile e si sbaglia comunque agli occhi dei propri figli, ma se con umiltà ci si mette in ascolto, qualche errore si può evitare o almeno si può sperare di  rimediare a quelli eventualmente commessi.

Poesia: Poeta nel tramonto…

Poeta nel tramonto…

tramonto sulla neveNuda è la terra, e l’anima
ulula contro il pallido orizzonte
come lupa famelica. Che cerchi,
poeta, nel tramonto?

Amaro camminare, perché pesa
il cammino sul cuore. Il vento freddo,

e la notte che giunge, e l’amarezza
della distanza… Sul cammino bianco,
alberi che nereggiano stecchiti;

sopra i monti lontani sangue ed oro…
Morto è il sole… Che cerchi,
poeta, nel tramonto?  ( A. MACHADO)

L. Armstrong: Il lato soleggiato della strada.

Grab your coat and get your hat, leave your worry at the doorstep
Just direct your feet to the sunny side of the street
Can’t you hear that pitter pat and that happy tune is your step
Life can be so sweet on the sunny side of the street

I used to walk in the shade with those blues on parade
But I’m not afraid ’cause this rover, crossed over

If I never had a cent I’ll be as rich as rockfeller
Gold dust at my feet on the sunny side of the street

With those blues on parade
Because this rover, it crossed over

If I never had a cent I’ll be as loaded as old rockfeller
With that gold dust ’round my feet
On the sunny side of the street
On the side, at that side of the street that is sunny

TRADUZIONE:

Afferra il tuo cappotto e il tuo cappello, lascia le tue preoccupazioni sulla soglia, dirigi i tuoi piedi verso il lato soleggiato della strada. Non senti che quello scalpiccio e quell’allegro motivo è il tuo passo? La vita può essere così dolce sul lato soleggiato della strada. Ero solito camminare nell’ombra con quei momenti bui, ma non ho paura perchè questo vagabondo è passato dall’altra parte (DELLA STRADA). (Anche) Se mai ho avuto un centesimo, sarò ricco come Rockfeller. Polvere d’oro ai miei piedi sul lato soleggiato della strada. Con quei momenti bui , perchè questo vagabondo è passato dall’altra parte. Se non ho mai avuto un centesimo, sarò ricco come il vecchio Rockfeller, con quella polvere d’oro intorno ai miei piedi sul lato soleggiato della strada ….sul lato…a quel lato della strada che è soleggiato…

UTE: Populorum Progressio – Le ragioni degli altri.

Nella prima lezione di ieri, Don Ivano ha parlato dell’enciclica “Populorum progressio” di Paolo VI di cui ricorre quest’anno il 50° anniversario della pubblicazione.  Non ho potuto seguire tutta la lezione, ma anche solo riportando alcuni brevi passi se ne può ricordare il valore profetico:

« Lo sviluppo dei popoli, in modo particolare di quelli che lottano per liberarsi dal giogo della fame, della miseria, delle malattie endemiche, dell’ignoranza; che cercano una partecipazione più larga ai frutti della civiltà, una più attiva valorizzazione delle loro qualità umane; che si muovono con decisione verso la meta di un loro pieno rigoglio, è oggetto di attenta osservazione da parte della chiesa »

” I popoli della fame interpellano oggi in maniera drammatica i popoli dell’opulenza. La chiesa trasale davanti a questo grido d’angoscia e chiama ognuno a rispondere con amore al proprio fratello.

..] La proprietà privata non costituisce per alcuno un diritto incondizionato e assoluto. Nessuno è autorizzato a riservare a suo uso esclusivo ciò che supera il suo bisogno, quando gli altri mancano del necessario.

Purtroppo la voce di Paolo VI è rimasta per lo più inascoltata e noi stiamo pagando salato il conto di un  neo-colonialismo cinico e predone.

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Nella seconda ora di lezione la dr.ssa Mariella Russo ci ha guidato alla comprensione della cultura degli altri, dei nostri nuovi concittadini: tale conoscenza non deve significare negazione della nostra cultura, ma deve rappresentare un arricchimento, un aiuto a “comprendere”.

Quale  concetto di lavoro? La nostra Costituzione inizia affermando che ” l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro” e questo dice quanto per noi il lavoro significhi libertà e dignità della persona, ma non è sempre stato così… Nelle civiltà antiche il lavoro era riservato agli schiavi, poi col Cristianesimo questa concezione cambia: San Paolo afferma “Chi non lavora non mangi” e San Benedetto col suo motto “ora et labora” dà al lavoro la stessa importanza data alla preghiera. Nell’età dei Comuni poi solo chi partecipava alle corporazioni (e quindi aveva un lavoro) poteva partecipare al governo della città.

Al giorno d’oggi il lavoro è un problema soprattutto per i giovani che si vedono offrire a ripetizione stage poco o per nulla retribuiti; in Cina un operaio deve lavorare 12/14 ore al giorno per 28 giorni al mese!!! In Giappone dopo licenziamenti di massa si sono fatte riassunzioni con superlavoro anche non pagato e si assiste a un grande numero di suicidi per eccessivo lavoro.

Il mondo economico è basato sulla competizione , che se portata agli eccessi è una vera follia: ci si deve invece orientare alla collaborazione.

Una volta i padroni brianzoli pensavano al benessere dei loro operai costruendo per loro case e asili .

Sorridere? Noi sorridiamo poco, in India invece il sorriso ha quasi valore religioso: devi sorridere alla divinità che  è in te e  in chi incontri…. Da noi si misura il PIL (Prodotto Interno Lordo) in Buthan si misura il FIL (Felicità interna lorda).

Solidarietà. In Corea ognuno deve fare ogni giorno un gesto di solidarietà verso un membro del gruppo cui appartiene. In Africa si fa il pane insieme. Gli immigrati, facendo gruppo, trovano il coraggio, qui da noi, di sfidare mafia e camorra e all’ospedale di Saronno sono state due infermiere straniere a denunciare i delitti finiti sui giornali in questi giorni: gli immigrati si fidano delle nostre istituzioni più di quanto non ce ne fidiamo noi….

Sguardo. Per noi guardarsi negli occhi è segno di lealtà, in Oriente guardare negli occhi una persona equivale a volerla sfidare.

In alcuni paesi è inconcepibile che un uomo debba ubbidire a una donna, anche se dovesse essere un suo superiore nel lavoro.

Ricordando don Ireneo…

Leggo sul quotidiano on line Erbanotizie che è morto padre Ireneo, il cappellano dell’Ospedale Fatebenefratelli di Erba. Aveva 97 anni .

Ho di lui un ricordo che spesso mi si riaffaccia alla mente. Quand’ero più giovane avevo spesso bisogno di momenti di “revisione” del mio motore, cioè avevo bisogno di piccoli interventi chirurgici che necessitavano il ricovero ospedaliero. Quando ero all’ospedale di Erba , vedevo ogni sera arrivare in reparto don Ireneo: non molto alto, magro, capelli bianchi corti e sorriso cordiale sulle labbra. A ognuno rivolgeva una parola buona e si informava dei motivi del ricovero.

Ricordo che una sera , nel bel mezzo della solita conversazione, disse  a un certo punto: ” Vede signora, se chiedo agli uomini come stanno, cominciano subito a raccontarmi le loro pene, le loro sofferenze con molti particolari; se faccio la stessa domanda alle donne, queste parlano soprattutto della preoccupazione di aver dovuto lasciare soli i figli, il marito e gli altri familiari…..”

Con queste poche parole, padre Ireneo aveva fatto un elogio molto bello alle donne, che sovente sono  attente più  alle esigenze di coloro che amano  che alle proprie.

 

Superficialità: colpa grave.

Imprecisioni e superficialità sono forse peccati veniali e non meritano i rigori della legge, ma non si possono perdonare a chi vuole governare una città come Roma: questa è in sintesi la storia dell’ex- sindaco di Roma. Marino infatti è stato assolto dal suo giudice, ma pur riconoscendo la sua buona fede, possiamo perdonargli di aver fatto naufragare la sua giunta sotto i colpi della magistratura, per la sua faciloneria? Può permettersi di essere superficiale chi ha ricevuto il mandato di governare una città complicatissima e sa di essere sotto la lente di ingrandimento delle opposizioni? Io direi di no e tutto sommato è un bene che Marino si sia dimesso.

D’altra parte però mi chiedo se la magistratura non possa esperire tutti gli accertamenti possibili PRIMA di mandare sotto processo un cittadino : possibile che le imprecisioni e le superficialità non potessero essere certificate in tempi brevi? Si sarebbe risparmiato un processo e i magistrati avrebbero potuto impiegare meglio il loro tempo…. o no?

Perchè tanti procedimenti giudiziari a carico di politici vanno poi a finire in un nulla di fatto? Non sono forse un po’ superficiali anche i magistrati inquirenti?