Letture: Storia della bambina perduta.

“Storia della bambina perduta” è il quarto romanzo della saga “L’amica geniale” di Elena Ferrante.

L’ho letto con piacere perchè il modo di raccontare è sempre accattivante e la storia è piena di colpi di scena;  i personaggi poi sono tanto ben definiti da poterli “vedere” mentre si leggono le loro vicende.

La storia è quasi completamente ambientata in un rione povero di Napoli, in cui la violenza, i soprusi, la droga il malaffare convivono fianco a fianco con tanta gente per bene che cerca di sopravvivere al degrado con dignità e con la gente che invece per necessità o per paura lega le proprie sorti a quelle dei malviventi fingendo di non sapere di cosa si occupino.

Nei quattro volumi si ripercorre la storia d’Italia dagli anni 50 fino ai primi anni duemila : questi sono anche gli anni della mia vita e ripercorrerli insieme alle due protagoniste dei romanzi della Ferrante mi ha riportato alla mente atmosfere ed  eventi  vissuti direttamente o attraverso le cronache dell’epoca. Mi sono sentita rappresentata anch’io nelle pagine del romanzo quando Lenù parla della caduta degli ideali che avevano ispirato la sua giovinezza e quella di tanti suoi amici…… Io pur non avendo mai preso parte alle vicende burrascose del ’68 e degli anni successivi (ero troppo occupata a fare la mamma lavoratrice) però ero cresciuta con l’idea che ognuno dovesse impegnarsi per realizzare un mondo più giusto, più vivibile e con l’ottimismo di chi crede di poter contribuire a rendere migliore la società. Poi però mi sono accorta, soprattutto attraverso i miei figli ormai cresciuti  e i loro amici, che loro erano più disincantati, che il raggio dei loro interessi si era molto accorciato e pensavano più realisticamente o forse più egoisticamente.

Mi ha molto colpito come l’autrice ha  raccontato la sparizione di Tina, la bimba citata nel titolo: credo che si sia ispirata al fatto realmente accaduto della scomparsa  di Angela Celentano  e attraverso il racconto del dolore della madre di Tina ho vissuto da vicino le sofferenze della madre di Angela che abbiamo visto tante volte in televisione.

Scrivere quattro libri sugli stessi personaggi mantenendo sempre vivo  l’interesse del lettore non è impresa da poco , per questo la Ferrante merita tutti gli elogi e i riconoscimenti che le sono stati tributati

Le mondine.

Oggi su Rai3 ho seguito un’interessante trasmissione che parlava degli scioperi delle mondine nei primi anni del novecento.
Mi sono ricordata immediatamente di una vicina di casa di quando ero piccola: era andata in Piemonte a fare la mondina e al suo ritorno aveva le gambe completamente martoriate da piaghe e punture di insetti e raccontava episodi che testimoniavano la vita durissima di quei 40 giorni. Quelle donne stavano immerse nell’acqua sotto il sole, a combattere contro sanguisughe, bisce e zanzare e a sera dovevano accontentarsi di un pagliericcio per dormire: queste condizioni di lavoro le hanno indotte a combattere con estrema determinazione contro lo sfruttamento, ottenendo il riconoscimento di diritti, come le otto ore e la parità di salario con gli uomini, che altre categorie conseguirono solo molto più tardi.

Molto eloquente è la testimonianza che ho trovato in questo sito e che riporto qui di seguito:

Lei era una locale, una mondina del posto, nelle risaie ci è andata appena terminata la quinta elementare e ha continuato fino all’avvento dei diserbanti. Racconta «Avevo dieci anni, mi presero per portare le botticelle d’acqua alle ragazze che lavoravano, poi ho cominciato anch’io a mondare. Facevo un’ora in meno, perché davo una mano a pelare le patate e a pulire le verdure in cucina». I ricordi di Rosa sono ricordi di sanguisughe che si attaccavano alle gambe, di bisce d’acqua repellenti, di insetti che mordevano provocando un bruciore fortissimo. Le sue parole somigliano al copione di un film «Le forestiere, come le chiamavano tutti, scendevano dai treni che arrivavano soprattutto dall’Emilia, poi salivano sui carri per andare alle cascine. Lì firmavano il contratto e ricevevano un cappello per il sole e il chinino contro la malaria. A noi locali bastava un’ora di bicicletta ed eravamo sul posto di lavoro». Quanto guadagnava una mondina? Rosa scuote la testa e si lascia andare a un sospiro eloquente «Cinque lire e un chilo di riso per dieci ore (negli anni ’50, ndr). La fatica era tanta, ma c’era anche tanta allegria. Nei quaranta giorni si vedevano centinaia di donne piegate sulle piantine con i cappelli in testa. Lavoravano e cantavano in coro. Durante la sosta del pranzo le forestiere raccontavano pettegolezzi e fatti divertenti sui loro paesi. Venivano in risaia per guadagnare soldi e per starsene un po’ lontane da casa». Cosa si mangiava a pranzo e a cena ? «Riso, riso, riso. Pasta la domenica, ogni tanto la frutta raccolta sugli alberi. Il brodo fatto con le ossa del maiale, che ricordava il sapore della carne, era un lusso. La sera, chi non andava a dormire correva a ballare. C’era sempre una fisarmonica che suonava, e ai ragazzi del posto le mondine piacevano molto. Li vedevi passare tra le risaie in bicicletta e in lambretta, guardavano le forestiere, ci parlavano, davano appuntamento. Molte si sono sposate e sono rimaste qui».

La Sagra di Carpi.

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Questa è la chiesa di S. Maria del Castello, detta La Sagra, la più antica chiesa di Carpi.
E’ qui che mi sono sposata 47 anni fa in una mattina di grande freddo come oggi, ma allora c’era la neve.
Risale all’ ottavo secolo dopo Cristo ed è stata poi ricostruita nel corso del XII secolo. L’ interno è in perfetto stile romanico, mentre la facciata è di tipo rinascimentale. Essa sorge accanto a una imponente torre alta oltre 49 m. e poco distante sorge il Castello dei Pio , che domina la bella piazza antistante.

Da molto tempo non vedo questa chiesa , ma dovrò visitarla di nuovo a breve, appena mi sarà possibile.

C’è chi dice no….

Sparatoria in strada a Napoli per punire tre venditori immigrati che rifiutano di pagare il pizzo alla camorra e una bimba viene ferita insieme ai tre venditori.

Saranno gli immigrati, spesso clandestini, a iniziare la ribellione contro la protervia dei camorristi? E perchè i Napoletani non si uniscono a loro? Perchè non li imitano isolando i malviventi e spezzando quella ragnatela che li intrappola ?

Potrebbe essere una buona occasione per cominciare a cambiare volto a una città che potrebbe ritornare ai fasti di un tempo, per le potenzialità turistiche, culturali, artistiche e umane che racchiude in sé.

UTE:Dopo la pausa natalizia, si riprende alla grande….

Martedì 10 gennaio
ore 15  – Eventi e ricorrenze :  L a POPULORUM PROGRESSIO di Paolo VI e i problemi dello sviluppo nel mondo contemporaneo   – docente: don Ivano Colombo
ore 16  – La ragione degli altri : CULTURA DEL LAVORO, CULTURA DEL SORRISO: “IL LATO SOLEGGIATO DELLA VITA”  – docente : Mariella Russo.
Venerdì 13 gennaio.
ore 15  – Storia delle donne nel Novecento : LA DONNA TRA FAMIGLIA E LAVORO NEL NOVECENTO.   docente : Massimiliano Cossi.
ore 16  – Verrà recuperata la lezione del 16 dicembre scorso: IL GRANDE MELODRAMMA PUCCINIANO : Bohème – M. Butterfly – Tosca. . Sarà presente la soprano   Silvia  Conti, che eseguirà i i brani più conosciuti con l’accompagnamento del coro e la direzione del M° . Alessandra Zapparoli
Sarà un’occasione unica e preziosissima per lasciarsi emozionare dalla musica e da una voce splendida. L’evento credo meriti un’ampia risonanza.

Poesia: Gennaio (Rainer M. Rilke)

E’ un gennaio nevoso quello che il poeta RAINER MARIA RILKE tratteggia in questa poesia….

Gennaio
Respirano lievi gli altissimi abeti
racchiusi nel manto di neve.
Più morbido e folto quel bianco splendore
riveste ogni ramo, via via.
Le candide strade si fanno più zitte:
le stanze raccolte, più intense.
Rintoccano l’ore. Ne viene
percosso ogni bimbo, tremando.
Di sovra gli alari, lo schianto di un ciocco
che in lampi e faville , rovina.

In niveo brillar di lustrini
il candido giorno là fuori s’accresce,
diviene sempiterno, infinito.

Questa poesia proviene da: Poesia di Rainer Maria Rilke – Gennaio – Poesie di Gennaio – Poesie.reportonline.it http://www.poesie.reportonline.it/poesie-di-gennaio/poesia-di-rainer-maria-rilke-gennaio.html#ixzz4Uhdb1tbm

Magia del lago.

Alserio con foschia.Ieri abbiamo fatto una passeggiata lungo l’argine del Lambro e siamo arrivati al punto in cui confluisce nel lago di Pusiano. C’era il sole , ma la temperatura era piuttosto bassa e dal lago saliva una leggera nebbiolina che offuscava l’orizzonte dando un tocco di magia al paesaggio. Qualche anatra , qualche folaga e alcuni canoisti si lasciavano cullare dalle acque placide del lago.

La foto sopra  ritrae il lago di Alserio, ma l’effetto era forse anche più suggestivo, perchè la nebbia si era accumulata nello strato più basso , mentre le cime delle colline circostanti si stagliavano nitide contro l’azzurro del cielo..

Nadia Murad.

nadia muradUna donna coraggiosa che sta lottando per la sua gente è Nadia Murad , una ragazza yazida rapita dai soldati dell’ISIS nel suo villaggio.

Dopo aver conosciuto l’orrore della schiavitù e dopo aver visto morire sei fratelli, è riuscita a fuggire e ora racconta al mondo l’inferno che l’ISIS ha creato, incurante delle minacce cui è fatta segno.

Ora è ambasciatrice ONU e ha ricevuto il premio Sacharov  e questo può incoraggiare chi combatte come lei contro la violenza e la sopraffazione.