I can’t breath!

A  Denver, capitale del Colorado, la gente sta manifestando, sdraiata a terra con le mani legate e ripete il grido angoscioso di Floyd, l’uomo morto mentre un poliziotto gli stava inginocchiato sul collo, indifferente alla sua invocazione di aiuto:”Non posso respirare!!!” Altri poliziotti lì accanto non hanno mosso un dito per fermare il collega e portare aiuto a Floyd.

Ora in molte città degli USA le manifestazioni si moltiplicano e si verificano devastazioni, incendi e attacchi alla polizia.  Purtroppo il sogno di Martin Luther King si è forse concretizzato nelle leggi, ma non ha trovato posto nei cuori e nelle menti della gente: i neri d’America sono sempre la fascia di popolazione più svantaggiata e questo non favorisce certo una vera integrazione. Il rancore di chi si sente costretto ai margini della società e la prepotenza di chi vuole mantenere i propri privilegi, riescono a rimanere allo stato latente per lunghi periodi, ma sono sempre pronti a riesplodere  con tutta la loro carica di odio e di distruzione.

Trump non mi sembra proprio il Presidente più adatto a riappacificare gli animi, anzi coi suoi tweet non fa che buttare benzina sul fuoco.