UTE: HIV e AIDS – Capitale umano e relazionale

Il virus umano HIV, scoperto nel 1986, si presenta in due versioni simili HIV1 e HIV2 e deriva da un virus presente negli scimpanzè; inizialmente si pensava fosse una malattia che colpiva unicamente omosessuali e drogati.

Una volta entrato nell’organismo si insinua nei linfociti e lì si moltiplica fino a distruggerli per poi infettarne altri. E’ sieropositivo chi è venuto a contatto col virus e ha gli anticorpi antiHIV; la sieropositività può evolvere in AIDS.

Le infezioni sono più comuni tra i giovani e si contraggono tramite rapporti sessuali non protetti o per contatto diretto con liquidi corporei infetti: sangue, sperma, liquido prespermatico, liquido vaginale e latte materno.

Non ci si può infettare attraverso: carezze, baci, punture di zanzare, sternuti o tosse,  servizi igienici, stoviglie, tatuaggi o percing;  infatti il virus HIV non può sopravvivere che pochi secondi fuori dal corpo umano.

Per diagnosticare l’infezione da HIV esistono numerosi test. Le terapie consistono in una combinazione di farmaci, che non eliminano il virus, ma lo contengono, lo controllano e assicurano una spesso lunga sopravvivenza.

Oggi si sente parlare poco di questa malattia, che però continua a fare le sue vittime ed è stata molto opportuna questa bella e chiara esposizione della dottoressa Cantaluppi, cui sono stati rivolti applausi e ringraziamenti sentiti.

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Il prof. Benedetti continuando il suo discorso sul tema “Capitale umano e relazionale”, ci ha mostrato un filmato girato durante un convegno a Lecco di imprenditori, che hanno intrapreso una nuova via per ampliare il loro giro di affari: si riuniscono in gruppi (capitoli) per condividere informazioni e strategie nel segno non della concorrenza, ma della collaborazione fondata sulla fiducia e sulla lealtà reciproca.

Nell’impresa oggi deve trovare spazio il valore del capitale umano e il valore della reputazione, che si crea coinvolgendo tutti coloro che gravitano attorno ad essa. Il GRI promuove un nuovo tipo di società con bilancio sociale e sostenibile.

Dal 2013 anche in Italia si comincia a valorizzare questo nuovo tipo di bilancio, in cui non compaiono solo i dati economici tradizionali, ma anche quelli relazionali e fornisce dati relativi ai progetti realizzati e a quelli da realizzare ….

Per sostenibilità deve intendersi la capacità di soddisfare le esigenze della generazione attuale  senza però nuocere alle generazioni future.

Abbiamo tutti seguito con molto interesse questa lezione, che ci fa intravvedere un modo più umano di intendere l’economia, presupposto fondamentale per creare un mondo migliore di quello attuale.

Futuro.

Dalla civiltà dei consumi
alla civiltà dei risparmi,
sperando di evitare:
guerre di civiltà,
guerre per l’ acqua
e guerre per la terra
da coltivare.

Umanità in rete.

In rete scrivi, commenti,vai da un blog all’ altro discutendo delle cose più varie: politica, ricordi, cronaca,  bambini e ti riesce difficile immaginare chi ci sia dietro quelle pagine virtuali,
ma basta una parola  sfuggita tra le tante che scorrono e intravedi un’ umanità imprevista:
un amore finito e dolente,
un lavoro precario che rende
precaria anche l’ esistenza,
una donna che trepida
nell’attesa di una nuova vita,
una malattia  angosciante
che rende incerto il futuro,
l’ amarezza di troppe delusioni
che  tolgono la speranza
vicende dolorose. che lacerano l’ anima..
Tante tensioni prendono forma
e si delineano lentamente
degli occhi, dei visi, delle mani
che tremano,  sperano o pregano
e ti senti avvolgere da una calda umanità

I figli (Kahlil Gibran)

Sempre bello rileggere questo brano di Gibran…
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di se stessa.
Essi vengono attraverso voi, ma non da voi,
e, sebbene siano con voi, non vi appartengono.
Potete donare loro il vostro amore, ma non i vostri pensieri.
Poiché hanno pensieri loro propri.
Potete dare rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime,
giacchè le loro anime albergano nella casa di domani,
che voi non potete visitare neppure in sogno.
Potete tentare d’esser come loro, ma non di renderli
come voi siete.
Giacchè la vita non indietreggia nè s’attarda sul passato.
VOI SIETE GLI ARCHI DAI QUALI I VOSTRI FIGLI ,
VIVENTI FRECCE,
SONO SCOCCATI INNANZI.
L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito,
e vi tende con la sua potenza affinchè le sue frecce possano
andare veloci e lontano.
Sia gioioso il vostro tendervi nella mano dell’Arciere;
poiché se ama il dardo sfrecciante,
così ama l’arco che saldo rimane.Gibran