Tempesta di vento.

Muggisce come belva ferita tra i palazzi e per le vie, sospinge la poca gente che passa frettolosa tenendo il bavero del cappotto con le mani.

La furia del vento si accanisce contro ogni cosa; strapazza gli alberi, solleva e sbatte lontano gli arredi da giardino che aspettano l’estate e fa roteare immondizia di ogni genere insieme alle  foglie morte.

IO resto chiusa in casa e ascolto la voce rabbiosa del vento.

Tutti insieme appassionatamente.

Ieri sera sono andata con la mia amica D. , segretaria dell’UTE, alla riunione delle Associazioni cittadine, convocata dal Comune di Erba. Ero lì solo per fare compagnia alla mia amica e invece al momento dell’appello ho sentito chiamare il Centro Italiano Femminile, di cui sono presidente. Ero molto sorpresa e ho esitato un attimo a rispondere, tra i sorrisi divertiti dei presenti che non capivano il mio imbarazzo. Ho poi avuto modo di spiegarne il motivo quando mi è stata data la parola.

Erano tante le associazioni presenti e a ognuno dei loro rappresentanti è stato dato modo di presentare la propria attività e i propri progetti; è stato interessante scoprire quante forme diverse può assumere il volontariato, in quante direzioni si esprime la solidarietà e la voglia di cultura. Ho poi sentito in ogni intervento una grande passione per la propria associazione, nonostante la fatica di portarla avanti in tempi non certo facili.

Tutti, infatti, hanno espresso il rammarico per non poter più contare, da molti anni, sul sostegno economico dell’amministrazione comunale, ma tutti hanno convenuto che è bene conoscersi e incontrarsi per poter mettere in atto collaborazioni che mettano a frutto le rispettive competenze e consentano l’ottimizzazione delle scarse risorse disponibili: a guadagnarne sarà l’intera collettività cittadina.

Qualcuno, al momento del congedo, ha chiesto i programmi dell’UTE  e questo mi ha fatto piacere.