UTE: Don Zeno Saltini (prima parte) – I cosmetici.

La lezione di oggi, tenuta dalla prof. Russo, mi ha particolarmente interessato, perchè ha riportato alla mia memoria una figura di prete, che fa parte dei ricordi della mia infanzia. Infatti di Don Zeno Saltini si sentiva parlare spesso in casa e in paese…

nomadelfiaNato nel 1900 da una famiglia benestante proprietaria di una grossa azienda agricola, nota fin dai primi anni di scuola le differenze sociali tra lui e i figli dei braccianti e questo lo porta a nutrire un senso di ribellione verso le ingiustizie sociali. Interrompe gli  studi e si mette a lavorare tra i braccianti. A 15 anni scopre che i mezzadri del nonno, rubano il vino del padrone e decide di non denunciarli, perchè non vengano cacciati: capisce che non sempre la giustizia sta dalla parte dlla legge. Per poter meglio combattere le ingiustizie, riprende gli studi da privatista; ottiene la maturità classica e poi si iscrive alla facoltà di legge. In questo periodo comincia a frequentare gli orfanatrofi, i riformatori e gli ex carcerati, per conoscere meglio i problemi dei più indifesi.

Decisivo è poi l’incontro con il Vescovo di Carpi, che lo invita a farsi prete e a trent’anni Zeno celebra la sua prima messa, alla quale assiste in prima fila”Barile”, un ladruncolo che lui ha portato a casa sua per evitargli il carcere.  Viene mandato a S. Giovanni Roncole, una parrocchia ormai abbandonata dai parrocchiani. Qui organizza spettacoli di burattini per i più piccoli e con la radio attira i giovani.

Nel 1934 ha già raccolto intorno a sè 38 ladruncoli; per sfamarli allestisce una sala cinematografica che viene gestita dagli stessi suoi protetti e qualche anno dopo sono 80 i bambini abbandonati che chiedono il suo aiuto e in questa opera coinvolge anche tutte le famiglie del paese, che procurano i vestiti e il cibo, anche se non sempre in misura sufficiente per tutti.

Nel 1941 i ragazzi sono diventati 121 e don Zeno capisce che per contrastare l’aggressività dei suoi ospiti, occorre offrire loro un modello femminile e fa entrare nella sua comunità la prima donna: Irene Bertoni, che sarà la prima “mamma per vocazione”. Qualche tempo dopo si uniscono a lui altri preti e altre donne. Nel 1946 i ragazzi accolti sono ben 315 e  Don Zeno occupa le baracche dell’ex-campo di concentramento di Fossoli, per ospitare la sua numerosa comunità che verrà chiamata NOMADELFIA (che significa: la fraternità è legge).

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Il dr. Filippi, prima di procedere all’esposizione della sua lezione, ci ha parlato dei bisogni delle scuole e, in particolare, dell’Università di Camerino, città terremotata in cui insegna, proponendo ai soci UTE di promuovere qualche iniziativa di raccolta fondi da destinare a quella città.

Ha poi con la solita chiarezza di metodo e di linguaggio iniziato a parlare del tema della lezione odierna: i cosmetici. L’Italia è una grande produttrice di cosmetici anche per conto di famosi marchi stranieri e i nostri prodotti sono generalmente di buona qualità e basati su prodotti naturali.

Dal 2013 l’Europa si è dotata di una legislazione che regolamenta il campo della produzione di cosmetici e ha stabilito che: il cosmetico è un prodotto non curativo, ma “ancillare” (di aiuto); deve essere sempre indicato sulla confezione un responsabile; il fabbricante deve produrre un dossier (come per i farmaci); devono essere indicati una data di scadenza, il lotto di appartenenza il paese di origine, la funzione del cosmetico e i suoi ingredienti.

Un cosmetico deve presentare queste caratteristiche: stabilità, gradevolezza,applicazione agevole, efficacia e sicurezza; la scienza che che studia i prodotti cosmetici è la cosmetologia.

Per sapere quali prodotti cosmetici dobbiamo usare, bisogna conoscere come è fatta la nostra pelle e quali sono le sue caratteristiche e qui il nostro valente docente ci ha introdotto nell’ ANATOMIA DELLA PELLE, nella quale non mi addentro per non incorrere in errori.

A conclusione della lezione un consiglio: è bene aver cura della nostra epidermide, che ci protegge dagli agenti esterni e, per farlo, dobbiamo scegliere attentamente i prodotti più adatti al nostro particolare tipo di pelle.

Anche oggi è stato un bel pomeriggio: grazie ai nostri docenti e grazie alla nostra UTE!!!!

UTE: Giudizio Universale – Medicina.

giudizio-universale-2Michelangelo doveva essere un gran bel tipo: geniale quanto mai, ma anche provocatore e ironico al punto da attirarsi parechi nemici; artista di grande successo e pagatissimo, ma senza rinunciare a criticare il potere e ad accogliere idee moderne, illuminate, controcorrente.

Questo è quanto è scaturito ieri dalla bellissima lezione della prof. Manuela beretta sul dipinto della cappella Sistina noto come “Giudizio Universale”. La stessa scelta della parete di fondo dietro l’altare maggiore è una scelta controcorrente, così come la rappresentazione di angeli e dello stesso Cristo, figure dalla fisicità possente, di una forza espressiva che rende bene l’idea della drammaticità del soggetto rappresentato.  La centralità e il gesto del Cristo poi sembrano dare origine al vortice in cui sono come travolti sia i beati che i dannati. Accanto a lui, la Madonna,  che vede ormai finito il suo compito di Mediatrice tra Dio e gli uomini, che si ritrae timorosa in attesa dei verdetti del Figlio.

Michelangelo era amico di Vittoria Colonna, una nobildonna che si faceva portavoce di idee che oggi diremmo ecumeniche e per questo lo scultore mette nel dipinto anche  dei simboli ebraici e musulmani.

Il “Giudizio Universale è l’affresco più grande dipinto da un solo autore, infatti Michelangelo voleva che l’opera fosse legata solo al suo nome e, se aveva bisogno di collaboratori, li assumeva per periodi brevissimi e poi li sostituiva. Questa opera è anche il dipinto più caro che mai sia stato realizzato, dato che per creare quel particolare tono di blu è stato usato il lapislazzulo, pietra costosissima.

Ciò detto, pare inutile aggiungere che la lezione è stata apprezzatissima da tutti i presenti, che hanno applaudito a lungo la docente, amatissima da tutti i soci.

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A seguire, il dr. Lissoni ci ha parlato di medicine alternative, mettendo in luce gli aspetti più problematici e controversi di omeopatia, fiori di Bach e altre pratiche, che per guarire malattie psicosomatiche puntano soprattutto sull’effetto placebo.

Questa lezione ha suscitato molto interesse e anche un bel divbattito finale, ma aspettiamo tutti il corso del dr. Lissoni sulle sue ultime ricerche che sono pubblicate in un libro intitolato “Pedibus calcantibus”, il quale parlerà, come è evidente, dei nostri piedi, problema di molti di noi, diversamente giovani.

Domani all’UTE.

Questa settimana, all’UTE, si terranno solo le lezioni di Martedì 5, dato che la festività dell’8 dicembre cade di Venerdì. Tuttavia se ci sarà un’ offerta ridotta in quantità, possiamo dire che sarà invece invariata la qualità, anzi direi che bisognerebbe proprio non mancare alla lezione di domani, martedì, della prof. Beretta sul tema del GIUDIZIO UNIVERSALE di Michelangelo.

Chi è solito partecipare alle lezioni della prof, Beretta conosce la sua giudizio-universalebravura nello spiegare i capolavori dell’arte accompagnando i suoi commenti con immagini stupende.

Credo che valga veramente la pena di fare un salto in sala Isacchi, domani alle 15.00; la lezione di arte sarà poi seguita dalla presentazione del dr. Lissoni che anticiperà i contenuti del suo prossimo corso sul tema: i nostri piedi.

UTE: Vulcanologia e sismologia – Il processo a Lutero.

Ieri all’UTE abbiamo potuto trascorrere un bel pomeriggio in compagnia, asvoltando la dr.ssa Cantaluppi che ci parlava di Vulcanologia e Sismologia e del prof. Cossi che ha continuato a parlarci di Lutero e della Riforma Protestante.

E’ sempre interessante sentir parlare di deriva dei continenti, di struttura del Pianeta Terra, di come nascono i vulcani e i terremoti e come questi vengono classificati. Alla fine però resta il rammarico di sentirsi ricordare che non è possibile prevedere dove e quando si verificherà un sisma, perchè  anche monitorando in continuazione i siti più a rischio, gli eventuali segnali di preavviso precederebbero di pochissimo l’evento sismico, rendendo impossibile evitare danni. Cliccando QUI un video mostrerà l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che seppellì Pompei ed Ercolano.

L Umanesimo spianò la strada alla Riforma,per quanto riguarda gli studi del testo biblico e la critica della Chiesa(cfr. Erasmo da Rotterdam). Ma l ottimismo etico dell umanesimo era ben lontano dallo spirito della Riforma che afferma che il cristiano si salva solo con la grazia divina.Ciò spiega la rottura tra Lutero ed Erasmo.Punto centrale della disputa tra i due è il ruolo dell arbitrio umano nella realizzazione della salvezza.Per Erasmo la volontà è libera.La giustizia e la misericordia di Dio non hanno alcun senso senza un minimo di libertà di scelta da parte dell uomo.Erasmo espresse queste convinzioni nel DE LIBERO ARBITRIO. Lutero gli rispose con il testo DE SERVO ARBITRIO .Secondo Lutero Dio è assoluto ed incondizionato e l uomo è condizionato e dipendente da Dio.La volontà e le opere dell uomo non servono a nulla,la sua salvezza dipende unicamente dalla decisione e dalla volontà di Dio. Martin Lutero.Per quanto riguarda la Riforma Protestante, mi ha un po’ sorpreso apprendere come Lutero forse non avesse affatto pensato a uno scisma. Le sue critiche alla compravendita di indulgenze sono state sempre volte a chiarire il grave errore commesso da chi la predicava. I suoi numerosi scritti al Vescovo Alberto (vedi lezione precedente) e al Papa erano sempre intrisi di umiltà e di ripetto filiale verso i suoi superiori, pur essendo fermo nel disapprovare quanto stava accadendo alla luce delle verità di fede. Come spesso accade, anche in questo caso furono le mire politiche di alcuni personaggi a determinare la condanna di Lutero e la sua conseguente ribellione.

 

UTE: Letteratura latina e medicina.

Per concludere la lezione precedente, la professoressa Granata ci ha parlato di “Le metamorfosi” di Ovidio, opera di straordinaria complessità, che non ha mai conosciuto l’oblio nemmeno nei secoli più bui. Anche Dante,  per  elevare il tono della sua poesia,  si è ispirato a Ovidio.

filemone-e-bauciFa parte delle “Metamorfosi” il mito di Filemone e Bauci, mito che vuole celebrare l’amore coniugale, la fedeltà e il  valore dell’ospitalità.

E’ una storia forse  molto conosciuta, ma è tanto bella che fa piacere raccontarla: Filemone e Bauci erano due sposi già anziani e molto poveri che abitavano in Frigia, regione della Turchia meridionale. Un giorno Giove e Mercurio si travestirono da mendicanti e scesero in Frigia chiedendo l’elemosina  di casa in casa, ma furono respinti da tutti tranne che dai due anziani coniugi. Essi offrirono ai loro ospiti quanto di meglio poterono trovare nella dispensa e nell’orto, ma era troppo poco e pensarono di sacrificare anche la loro unica oca. Questa però non si lasciò prendere e i due ospiti non permisero che fosse uccisa. Giove e Mercurio punirono coloro che li avevano respinti e premiarono i due sposi esaudendo il loro desiderio di vivere uniti e di morire nello stesso momento perchè nessuno dei due dovesse provare il dolore di dover seppellire l’altro. Fu così che al termine della loro vita Filemone fu trasformato in una quercia e Bauci in un tiglio.

La lezione è proseguita con la presentazione di Tito Livio e della sua opera storica “Ab Urbe Condita”, di cui ci è pervenuta solo una parte. Essa non ha carattere scientifico, ma letterario, dato che Livio si è limitato a trascrivere la storia tramandata oralmente fino ad allora e le annotazioni dei Pontefici negli “Annales”.  E’ in questa opera che troviamo  famosi episodi di eroismo quali quelli di  Muzio Scevola o di Orazio Coclite…

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Nella seconda ora di lezione il dr. Filippi ci ha parlato dei farmaci equivalenti, impropriamente detti generici.

Quando, dopo vent’anni, scade il brevetto di un farmaco, esso può essere liberamente prodotto anche da altre case farmaceutiche, che devono comunque sottostare a leggi e controlli molto rigidi.  Il farmaco generico deve avere la stessa efficacia dell’originale, ma può essere venduto a prezzo inferiore.

Anche oggi abbiamo trascorso due ore piacevolissime grazie alla competenza e alla bravura dei nostri docenti.

UTE: Ingegneria genetica – Riforma Protestante

Oggi pomeriggio il dr. Sassi ha continuato il suo interessante discorso sull’ingegneria genetica, spiegandone i meccanismi, che sfruttano le caratteristiche dei batteri, dei virus e degli enzimi consentendo la clonazione di individui e di cellule.

E’ un argomento molto attuale, ma anche molto complesso e, non essendo un’esperta in materia, non oso addentrarmi in particolari.

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lutero-e-le-95-tesiA seguire, il prof. Cossi, ha proseguito il tema storico della Riforma Protestante, soffermandosi a lungo sul problema delle indulgenze.

In origine, nei primi secoli del Cristianesimo, chi commetteva peccati gravi veniva segnalato, o si autosegnalava, al proprio vescovo, che seguiva il penitente in un percorso di conversione, al termine del quale la colpa veniva perdonata. Col passare del tempo (V – VI – VII secolo) però, le comunità cristiane divennero molto più  numerose  con la conseguenza che non fu più possibile per i vescovi seguire tutti i penitenti.

Questo incarico fu delegato ai sacerdoti e a questo punto la confessione acquisì un carattere, per così dire, giuridico/punitivo: quando c’era (ma è così anche oggi) il pentimento, il sacerdote concedeva subito il perdono e imponeva una penitenza per cancellare la pena: questa penitenza poteva consistere in preghiere, opere di carità o anche offerte in denaro.

Era possibile acquistare indulgenze anche per i propri morti, per abbreviare la loro permanenza in Purgatorio. Da tutto questo derivava un notevole flusso di denaro che nella maggior parte dei casi veniva impiegato in opere di bene, ma qualche volta dava luogo ad abusi.

Agli inizi del 1500, c’era in Germania il vescovo Alberto della diocesi  di Magdeburgo, che voleva acquisire anche la diocesi di Magonza, vacante da anni; si prefiggeva infatti un duplice obiettivo: ottenere maggiori rendite e maggior prestigio, visto che il vescovo di Magonza poteva fregiarsi del titolo di Principe e aveva diritto di voto nell’ elezione dell’imperatore. In questo suo disegno era appoggiato dal fratello Gioacchino di Brandeburgo, anche lui elettore dell’Imperatore.

Al momento della nomina di un nuovo vescovo, il prescelto doveva pagare una notevole somma di denaro a Roma e i cittadini, dal canto loro, dovevano pagare una  tassa.  Alberto (il populismo è cosa vecchia!!!) promise ai cittadini di Magonza che avrebbe pagato di tasca sua anche  tutte le tasse spettanti ai cittadini  e ottenne un grande consenso popolare, ma si trovò a dover sborsare una cifra enorme, per cui si vide costretto a chiedere aiuto a un banchiere tedesco. Questi, insieme ad Alberto, escogitò un piano: perchè non indire un’indulgenza straordinaria ? Metà del ricavato sarebbe andato nelle casse del banchiere. Il Papa del tempo, Leone X de’ Medici, accolse la proposta, adducendo a motivazione della richiesta di denaro, in cambio di indulgenze, la costruzione della Basilica di S. Pietro. Nella bolla papale, non veniva menzionata la necessità della confessione che da sempre si era accompagnata alla concessione delle indulgenze e questo fece sì che tutti intesero che bastava comprare le indulgenze per assicurarsi il Paradiso.

Lutero inizialmente non era coinvolto in questo problema, perchè nella sua diocesi non veniva predicata la concessione delle indulgenze, ma poi alcuni suoi conoscenti andarono nelle città vicine e tornarono con la ricevuta del versamento fatto e del beneficio acquistato. Lutero, fine teologo,  capì subito quale enorme pasticcio era stato combinato e scrisse una lettera molto rispettosa sia al vescovo Alberto sia al Papa per denunciare tutti gli errori che si potevano ravvisare in quello strano commercio. Era il 31 ottobre 1517.

UTE: Il canto gregoriano-ambrosiano nelle antiche abbazie del Verbano.

Un impegno mi ha impedito di essere presente all’UTE martedì scorso e non ho potuto seguire la lezione  del M° Zapparoli sul gregoriano. Fortunatamente il prof. Francesco Pintaldi, validissimo collaboratore del Maestro per la parte audiovisiva, ha avuto la bontà di mandarmi un suo breve resoconto, che pubblico con vero piacere e gratitudine.

lezione-sul-gregorianoMolto interesse ha destato la lezione sul canto ambrosiano e gregoriano del Maestro Alessandra Zapparoli. Correlata dalla proiezione di un video, la lezione si collega alle altre lezioni dell’UTE dell’anno accademico trascorso riguardanti le bellezze artistiche e paesaggistiche del territorio ambrosiano che da Milano si espande sulla provincia di Milano e fino a Pavia, Bergamo e il lago Maggiore. Nella lezione viene esaltata la figura di Carlo Borromeo e di Sant’Ambrogio del quale viene proposto l’antico canto del +387 ” Veni redemptor gentium”  come punto di partenza per tutta la produzione dei canti gregoriani fino ai giorni nostri . Il canto gregoriano è un canto liturgico, legato strettamente alla parola e alla preghiera, di una grande potenza spirituale, che subirà una serie di influenze dalla musica popolare sviluppandosi progressivamente in melodie attraverso la scrittura delle note attorno all’anno 1000, con l’introduzione del tetragramma e poi del pentagramma, trasformandosi nei secoli da canto sillabico e omofonico a canto polifonico. Passando da Monteverdi e Scarlatti si arriva con una veloce carrellata alla evoluzione del canto gregoriano nelle rielaborazioni settecentesca o ottocentesca in cui il brano appartiene più alla musica che alla preghiera, presentato in chiave roch o jazz o come canzonetta o pop come nel brano il tempo delle cattedrali. A conclusione nel video si propone una brillante esecuzione di Carmina Burana in cui si esalta la matrice del canto gregoriano ma riproposto quasi come una ballata medievale dove è presente l’apoteosi della potenza vocale e della potenza orchestrale.

Leggendo questo resoconto, aumenta il rammarico di non essere stata presente.

Grazie, Francesco!

Ute: don Mazzolari – Giocare a fare Dio?

La prof.sa Mariella Russo quest’anno vuole guidarci a scoprire persone che non si sono lasciate cadere addosso il loro tempo e hanno avuto la capacità di reagire a quanto accadeva. La prima di queste figure è don Primo Mazzolari.

don-mazzolariNasce in un paesino della bassa mantovana e appena diventato sacerdote, si arruola come cappellano militare, spinto da sacro furore patriottico. Un avolta in trincea, incita i soldati a combattere per la patria, ma ascolta anche il moto di ribellione che molti esprimono verso questa guerra e verso una Patria che, mentre chiede a loro di sacrificare le proprie vite, sta solo e sempre dalla parte dei ricchi e dei potenti.

Alla fine della guerra don Primo è cambiato e si schiera decisamente dalla parte dei reduci e dei contadini, facendo proposte che non possono essere accettate nè dal clero nè dai “padroni”: sono tutti spaventati dall’ida che possa accadere qui quello che è appena accaduto in Russia: la Rivoluzione comunista.

Ritenendolo pericoloso, gli viene affidata una piccola parrocchia di campagna, dove nessuno frequenta più la chiesa, ma lui saprà conquistarsi la fiducia della gente dimostrando di capire i loro problemi e schierandosi sempre dalla loro parte anche quando questo può diventare non solo scomodo, ma anche pericoloso: gli squadristi fascisti sono in piena attività.

Fiero oppositore del regime fascista, non esita però a condannare le rappresaglie dei partigiani alla fine della Seconda Guerra Mondiale; nel dopoguerra lui afferma che c’è bisogno di tolleranza tra cattolici e comunisti, mentre il Papa lancia la scomunica per chi vota il partito comunista;  fonda anche un giornale “ADESSO” su cui cerca di diffondere l’idea di una società più giusta, ma viene censurato a più riprese dai suoi superiori.

Solo con l’avvento di Papa Roncalli trova approvazione alle sue posizioni, tanto che il pontefice lo invita a Roma per preparare il Concilio, ma don Mazzolari morirà mentre si appresta a intraprendere la sua nuova vita.

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lalbero-della-vita-2Il dr. Sassi, ha scelto quest’anno un argomento molto attuale e di non facile comprensione: l’ingegneria genetica.

Gli esseri viventi più numerosi sulla terra sono i batteri, veri laboratori chimici ad alto rendimento.

L’ingegneria genetica porta l’uomo, per la prima volta nella storia, a entrare nel patrimonio genetico degli esseri viventi per modificarlo e creare nuove specie (Giocare a fare Dio?). Come accade ?

La trasmissione di informazioni richiede un linguaggio codificato e come con l’alfabeto si costruiscono parole, frasi e romanzi, cosìnelle cellule ci sono proteine e acidi nucleici che costituiscono l’alfabeto della ingegneria genetica.

Con l’esperimento di Griffith, si è arrivati a capire che i batteri sanno scambiarsi il DNA e sono quindi in grado di evolvere rapidamente; altri scienziati hanno dimostrato che il patrimonio genetico è contenuto nel DNA, il quale, grazie alla sua particolare forma e struttura, consente la duplicazione delle cellule in modo automatico.

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La sala oggi era tanto affollata che non c’erano abbastanza posti a sedere per tutti i presenti che hanno seguito con enorme interesse le due lezioni.

Programma della settimana.

Martedì 24 Ottobre.

ore 15 – La prof.sa Cinzia Granata ci parlerà di : Ovidio.
ore 16 – Il dr. Davide Sassi ci intratterrà sul tema : la nostra casa: la biosfera.

Venerdì, 27

ore 15 – Il tema che il dr. Alberto Rigamonti ci illustrerà sarà di grande interesse per i nostri soci:
Colesterolo buono o cattivo? Quando dobbiamo correre ai ripari?
ore 16 – La dr.sa Elena Cantaluppi parlerà di : Vulcanologia e Sismologia: il rischio italiano.

UTE: Medicina – Storia.

Medicina: dr. Filippi

Che cosa sono gli antiacidi – Dopo una rapida ma precisa descrizione dell’anatomia dello stomaco, il dr. Filippi, è passato a illustrarne le funzioni e ciò che mi ha colpito è stata l’enorme produzione di acido cloridrico e come esso sia regolato e tenuto sotto controllo in uno stomaco sano. Purtroppo però non sempre le cose vanno come dovrebbero, quindi ecco i disturbi comunemente definiti “acidità di stomaco” coi noti sintomi di bruciore, nausea, vomito, flatulenza e reflusso. Quest’ultimo può arrivare a provocare danni alla dentatura, mal di gola, asma, alitosi….

L’acidità occasionale può essere causata dalla cattiva abitudine di mangiare troppo velocemente e masticare troppo poco gli alimenti, dallo stare troppo a lungo in posizione supina, da farmaci, da sforzi fisici; ci sono però anche cause patologiche, come la presenza di Helicobacter Pylori, l’ ulcera gastrica, la gastrite, l’ulcera duodenale, l’ ernia iatale, il cancro.

Per curare  e ridurre l’acidità, esistono in commercio vari tipi di farmaci, che vanno  usati sempre con oculatezza e moderazione, anche se in Italia essi vengono prescritti con troppa facilità, anche quando non ce ne sarebbe la necessità.

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Storia: prof. Cossi.

Prima della Riforma protestante – Lo Stato Pontificio, all’inizio del XV secolo, comprendeva un terzo del territorio italiano (parte dell’Emilia, Romagna, Marche, Umbria, Lazio e nord Campania).  Al suo interno comunque molti erano i Comuni che si sottraevano al controllo papale (così come altrove si sottraevano al controllo dell’imperatore) e in alcuni di essi le famiglie più potenti presero il governo della città: erano nate le Signorie.

A Roma proprio la lotta fra le diverse famiglie nobili avva creato una situazione di insicurezza al punto che  Clemente V (di nazionalità francese) si stabilì ad Avignone. Molti cardinali però non ritenevano giusta questa scelta e si ebbe così un periodo con due Papi e per un certo periodo, dopo il Concilio di Pisa, addirittura furono tre i Papi regnanti nello stesso momento. A questo punto l’imperatore intervenne e e impose la convocazione di un Concilio nella città di Costanza: qui si sancì la nomina di un solo papa nella persona di Martino V e fu proclamato il primato del Concilio sul Papa.

il duca Valentino
il duca Valentino

Si succedettero vari Papi fino a giungere a Callisto III col quale prende il sopravvento la famiglia spagnola dei Borgia.  Callisto V aveva nominato cardinale quello che poi diventerà Papa Alessandro VI Borgia; egli ebbe molte donne e molti figli, tra cui Cesare Borgia, detto il Valentino, che, da condottiero qual era, tentò di imporre la sua influenza sulla Romagna, ma non raggiunse il suo scopo per la morte del padre.

Giulio II, appena eletto, fece imprigionare il Valentino, che in seguito si metterà al servizio del re di Spagna.

Contemporaneamente a questi fatti in Italia prosperavano le città di Firenze, sotto i Medici,  la Repubblica di Venezia e Milano sotto gli Sforza e sarà Ludovico il Moro a chiamare in aiuto il re di Francia, Carlo VIII, che percorse la penisola senza trovare resistenza.  I Medici vennero cacciati da Firenze e in quel momento di caos ebbe grande seguito il monaco Savonarola, il quale però accusò il Papa di indegnità e per questo fu condannato al rogo.

In Spagna governavano separatamente i loro regni  Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, i quali istituirono l’Inquisizione, destinata a lasciare una dolorosa scia di sofferenze e di sangue.